Omelia del Mons. Juan García alla Messa per la Pace

Monseñor-Juan-de-la-Caridad

La pace, dono tanto voluto dagli individui, dalle famiglie, dalle chiese e dai popoli viene dall’amore.

Dio ha pensato a noi con amore e ci ha creati nel grembo materno per l’amore dei nostri genitori. Che pace spettacolare!

E alla nascita, essendo gravati, allattati al seno, nutriti, vestiti, curati e protetti dall’amore familiare, dormivamo, giocavamo e vivevamo in pace crescente.

Quante benedizioni di pace!

Crescendo ci hanno insegnato, mantenuto le parole, con la vita, l’armonia familiare, l’amicizia, adempiendo la parola data, l’onestà, e quando abbiamo sbagliato ci hanno parlato, ci hanno insegnato, corretto, rimproverato, e alla fine tutto in pace.

Quando i giovani, pieni di illusioni e di progetti, gli anziani, gli insegnanti, i sacerdoti, le suore, ci hanno portato alla pace e hanno imparato che quando la pace si è persa per i nostri peccati e i nostri mali o quando alcuni hanno ostacolato il nostro cammino pacifico, avremmo dovuto alzarci in piedi e continuare dopo la pace, abbracciarla e non perderla mai più.

Quando i mariti si amano sempre di più, la casa diventa un luogo di pace come la grotta di Betlemme in cui correvano poveri pastori e ricchi re maghi. Nella casa dove c’è pace, i bambini vogliono tornare presto.

Dio ha scelto i politici come artigiani di pace. La buona politica si fa attraverso un dialogo che dice e ascolta con attenzione e riflessione e non finisce mai con l’insulto. Papa Francesco, nel suo messaggio di Pace 2019 e che il Nunzio consegnerà a tutti al termine della Messa, invita chi dialoga a dirsi: “Mi fido di voi e credo che possiamo lavorare insieme”. In questo stesso documento, il Papa ha evidenziato lacune politiche: corruzione, negazione del diritto, mancato rispetto delle norme comunitarie, arricchimento illegale, giustificazione del potere con la forza, tendenza a perpetuarsi al potere, xenofobia, razzismo, rifiuto della cura del territorio, sfruttamento illimitato delle risorse naturali, disprezzo per coloro che sono stati costretti all’esilio.

Il Papa nel suo messaggio ha citato le beatitudini del politico proposte dal cardinale vietnamita Francisco Javier Van Tuan, fedele testimone del Vangelo, morto nel 2002.

Benedetto è il politico che ha un’alta considerazione e una profonda consapevolezza del suo ruolo.

Benedetto è il politico la cui persona riflette credibilità.

Benedetto è il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse.

Benedetto è il politico che rimane fedelmente coerente.

Benedetto è il politico che compie l’unità.

Benedetto è il politico impegnato in un cambiamento radicale.

Benedetto è il politico che può ascoltare.

Benedetto è il politico che non ha paura. (Fine appuntamento).

Ogni politico, alla fine del suo servizio e della sua vita, dovrebbe esclamare:

“Ora, mio Dio, si può lasciare che tuo figlio andare in pace, perché i miei occhi hanno visto che

– tutte le famiglie sono più vicine.

-la famiglia, la scuola e la chiesa formano una comunità educativa.

-i giovani rivolse le loro valide speranze con i loro sforzi e contribuirono.

– le prigioni stanno diventando più vuote.

-i malati si sentono amati e aiutati da tutti.

– tutti dicono quelli che pensano e sono rispettati.

-nessuno lascia la propria terra perché per tutti è la più bella che abbiano mai visto.

Che pace ha seminato questo politico!

Molti pensano che la pace sia impossibile.

Abbiamo una Madre in cielo.

Nostra madre in questa vita non ha chiuso i nostri sogni, ma ha incoraggiato, fornito e sostenuto da noi.

Alla Madonna, regina della pace, principale interessata ai suoi figli che vivono, lavorano e si divertono in pace, preghiamo Dio Padre per la pace per la quale siamo stati creati e che desideriamo e per la quale abbiamo combattuto; e per quanto riguarda Dio non c’è nulla di impossibile, speriamo di goderci prima di andare alla pace eterna, dove canteremo con gli angeli: “Gloria a Dio in cielo e in terra pace”.

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