Prima domenica di Quaresima

Por: padre José Miguel González Martín

Palabra de Hoy
Palabra de Hoy

Mercoledì 21 febbraio 2021

Dio disse a Noè e ai suoi figli:
“Stabilisci la mia alleanza con te e i tuoi discendenti.”

Gesù disse: “Diventa e credi nel Vangelo”.

 

 


Letture

Prima lettura

Leggere il libro di Genesi 9, 8-15

 

Dio disse a Noè e ai suoi figli:
“Stabilisci la mia alleanza con voi e i vostri discendenti, con tutti gli animali che vi accompagnano, uccelli, bovini e bestie, con tutti coloro che sono usciti dall’arca e ora vivono sulla terra. Stabilirò quindi la mia alleanza con voi: il diluvio non distruggerà più nessuna creatura, né ci sarà un’altra inondazione che devasta la terra”.
E Dio aggiunse:
“Questo è il segno dell’alleanza che stabilirò con voi e con tutto ciò che vive con voi, per tutte le generazioni: metterò il mio arco in cielo, come segno della mia alleanza con la terra. Quando porterò nuvole sulla terra, l’arco apparirà tra le nuvole e ricorderò la mia alleanza con voi e con tutti gli animali, e il diluvio non distruggerà mai più i vivi”.

 

Salmo

Sal 24, 4bc-5ab. 6-7 a.C. 8-9

R/. Le vostre vie, Signore, sono misericordia e lealtà verso coloro che mantengono la vostra alleanza.

Signore, mostrami le tue vie, istruismi nei tuoi modi:
farlo camminare con lealtà; insegnarmi, perché tu sei il mio Dio e Salvatore. R/.

Ricordate, Signore, che la vostra tenerezza e misericordia sono eterne.
Ricordati di me con misericordia, per la tua bontà, Signore. R/.

Il Signore è buono e giusto, e insegna la via ai peccatori;
fa l’umile camminare rettamente, insegna la sua strada agli umili. R/.

 

Seconda lettura

Lettura della prima lettera di San Pietro 3,18-22

Cari fratelli:
Cristo ha sofferto la sua passione, una volta per tutte, per i peccati, i giusti per gli ingiusti, per condurci a Dio.
Morto nella carne ma invidiato nello Spirito; nello spirito andò a predicare anche agli spiriti in prigione, al disobbediente in un altro momento, quando la pazienza di Dio attendeva, ai tempi di Noè, che l’arca potesse essere costruita, in modo che alcune, cioè otto persone, sarebbero state salvate dall’acqua.
Questo era anche un simbolo del battesimo che ci sta salvando, che non è una purificazione di una macchia fisica, ma una richiesta a Dio di buona coscienza, perché la risurrezione di Gesù Cristo, che è andato in cielo, è seduto al diritto di Dio e ha a sua disposizione angeli, poteri e poteri.

 

Vangelo

Leggere il Santo Vangelo secondo Marco 1, 12-15

A quel tempo, lo Spirito spinse Gesù nel deserto. Rimase nel deserto quaranta giorni, essendo tentato da Satana; vissuto con le bestie e gli angeli lo servivano. Dopo la consegna di Giovanni, Gesù si recò in Galilea per annunciare il vangelo di Dio; Detto:
“Il tempo è stato compiuto e il regno di Dio è vicino. Diventa e credi nel Vangelo”.

 

Commento

La Quaresima è iniziata mercoledì scorso, con l’imposizione delle ceneri sulle nostre teste, ascoltando le parole che Dio disse ad Adamo dopo il primo peccato espellendolo dal paradiso: “ricordati che sei polvere e polvere diventerai”. Possiamo invece sentire “diventare e credere nel Vangelo”, l’invito di Gesù all’inizio del suo ministero in Galilea. La cenere, in segno di umiltà, ricorda al cristiano la sua origine e il suo scopo: “Dio ha formato l’uomo con polvere di terra” (Gen 2,7); “finché non tornate sulla terra, perché ne siete stati fatti” (Gen 3,19). Polvere, cenere, ben poco, è ciò che siamo quando ci manca Dio, quando lasciamo morire lo spirito, quando non ci convertiamo a Lui e accettiamo nella fede il Vangelo di Gesù, la buona notizia: Dio vuole rifare la sua alleanza con noi, offrendoci la sua misericordia e il suo perdono. Senza Dio non siamo nulla; con Lui e in Lui siamo la meraviglia più impressionante di tutta la creazione.

Iniziamo così la Quaresima come cammino verso la Pasqua del Signore, che celebreremo nella Settimana Santa, come memoriale della sua Passione, Morte e Risurrezione. Così, lungi dall’essere un tempo cupo, oscuro e tristonoso, la Quaresima è un tempo di grazia e di misericordia, di rinnovamento interiore e di speranza. Nella sua liturgia, la Chiesa ci offre una grande catechesi battesimale, che avrà il suo culmine nella Notte di Pasqua, con il rinnovamento delle promesse del nostro battesimo. È quindi un periodo in cui siamo invitati a contemplare Cristo più da vicino per identificarci sempre meglio con Lui. I cristiani dovrebbero riprodurre la loro immagine, la loro vita, le loro parole e i loro gesti in tutto ciò che pensiamo, diciamo e facciamo. Uno degli assi della nostra vita spirituale per questo tempo deve essere quello di guardare e contemplare Cristo per essere più simili a Lui, per identificarci con Chi, con il battesimo, ci ha consegnato dal peccato e dalla morte eterna, e ci ha resi figli di Dio per sempre.

In questo cammino di conversione e di rinnovamento interiore, cammino pasquale, ci vengono offerte tre pratiche quaresimali: preghiera, elemosina e digiuno. Di per sé sono inutili se non ci aiutano a trovare l’incontro personale con Cristo. L’immagine del modo può anche aiutarci a capire meglio cosa sono ognuno di loro e come viverli.

La preghiera è la via per Dio, per Cristo, una via avanti e indietro, in cui il ritorno è più importante della via. Certamente la prima cosa nella preghiera è dire a Dio ciò di cui abbiamo bisogno, ma soprattutto ascoltare Dio, sapere ciò che Egli vuole da noi. Dio sa già cosa vogliamo dirgli; invece non sappiamo cosa Dio significhi per noi. Trascorrere del tempo ascoltando Dio, ascoltare ciò che Gesù sussurra nel profondo del nostro cuore, con una pausa, senza fretta, è meraviglioso, perché la preghiera è il modo in cui Dio viene ad incontrarci.

L’elemosina è la via verso gli altri, in cui incontriamo anche Cristo; dove il ritorno è anche più importante del senso unico. A volte trasformiamo l’elemosina in un modo per rassicurare la nostra coscienza, dando alcune piccole cose, o qualcosa che ci rimane, di cui non abbiamo bisogno o che ci incasina. Tuttavia, dovremmo dare all’altro ciò di cui l’altro ha veramente bisogno; forse oltre a un po’ di soldi, ha bisogno di tutto il tempo, tesoro, mi dispiace… qualcosa che scopriremo nel dialogo con Lui, nell’ascolto delle sue preoccupazioni, nell’incontro con Cristo nel suo cuore bisognoso o ferito. Non abbiamo paura o respinse ad avvicinarci ai poveri del nostro ambiente per scoprire Cristo in loro. L’elemosina è il modo in cui Cristo viene ad incontrarci nel fratello povero e indifeso.

E il terzo modo è il digiuno, che è molto più che svanendo alcuni giorni di determinati pasti. È la via verso l’interiorità di ciascuno di noi stessi, riscoprendo la nostra grandezza spirituale, in cui Cristo è anche, perché siamo stati tutti creati a sua immagine, perché con il battesimo siamo stati firmatarii da Lui per sempre. Il vero digiuno è quello di fare a meno di tutto ciò che non mi permette di vedere Cristo nel mio cuore, di spogliarmi di tutto ciò che nasconde il suo volto, di cancellare ciò che gli impedisce di passare, di liberarmi degli idoli o dei re che vogliono occupare il suo spazio. Il digiuno ci esercita nel dominio di noi stessi, nel controllo della nostra volontà, nell’uso corretto del tempo, nella responsabilità nel nostro lavoro. Il digiuno autentico è la liberazione da così tante schiavitù che ci creiamo quando diventiamo dipendenti da cose superflue che le rendono necessarie o indispensabili. E tutto questo per essere più cristiani, più simili a Lui. Il digiuno è il modo in cui Cristo viene a incontrarci dalla nostra interiorità, a volte così ferita e danneggiata dal peccato.

E continuando con l’immagine del cammino, possiamo capire che la Quaresima è un cammino verso la Pasqua, in fasi successive, un processo come quello della vita stessa. Il Vangelo di oggi prende questa strada attraverso il deserto. L’evangelista Marco ci introduce a Gesù spinto dallo Spirito nel deserto e tentato lì da Satana. Il deserto è il luogo geografico dove non c’è nulla, dove nessuno vive; è anche lo stato d’animo della prova e della tentazione; simboleggia lo stato spirituale che attraversamo o che abbiamo bisogno di passare tante volte per incontrare il Signore, tra difficoltà e tentazioni. La Sacra Scrittura dice che Dio ha portato il Suo popolo nel deserto per parlare al cuore.

Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, vero Dio e vero uomo, che non ha mai commesso peccato, ha voluto passare attraverso la prova della tentazione, alla quale Satana stesso è sottoposto. E con esso ci mostra che è diventato come noi in tutto, ma senza peccato. Gesù, nella sua umanità, diventa povero con i poveri e debole con i deboli. In Lui sta engando la nostra umanità tentata. Ci sentiamo indimentichi da Lui nelle nostre tentazioni e possiamo imparare da Lui a superarle. Egli ci accompagna e ci incoraggia a lottare sempre per non lasciarci vincere dal peccato. Infatti, siamo tutti tentati, dal Maligno, dal mondo che ci circonda, dalla nostra condizione carnale, molte volte e in molti modi. Ma in Cristo e con Cristo affrontiamo il male e possiamo vincere.

Lasciando il deserto, Gesù inizia a predicare il Vangelo e chiede a coloro che lo ascoltano la conversione e la fede. Notiamo che entrambi gli atteggiamenti sono uniti; sono due aspetti della stessa decisione. Dall’incontro personale con Cristo nasce la fede in Lui, la fiducia nella sua parola e il desiderio di conversione e rinnovamento della propria vita. Non è giusto comprendere la conversione come qualcosa di separato e pre-evangelizzazione, né come qualcosa di ridotto a una serie di cambiamenti nei nostri comportamenti etici, né come un fatto una t così unico nella nostra storia. Nella vita ogni giorno abbiamo bisogno di conversione e rinnovamento alla luce della nostra esperienza di Dio, alla quale ci conduce la nostra fede in Cristo. Convertirsi significa rivolgersi a Cristo, indirizzare le nostre menti e i nostri cuori a Lui, lasciarci trasformare da Lui, e questo è il compito di ogni momento e di tutta la nostra vita.

In questo senso, il Sacramento del Battesimo è l’inizio del cammino di conversione ed evangelizzazione in ciascuno di noi, il passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce, porta della fede. È l’alleanza di Dio con ciascuno di noi attraverso la morte e la risurrezione di Cristo. Le acque che hanno gettato l’umanità nella morte nel diluvio diventano battesimo come fonte di vita e rigenerazione attraverso Cristo. L’arcobaleno, segno dell’offerta di Dio di alleanza con tutta l’umanità, è un’immagine anticipata e cosmica della Croce di Cristo, sotto le cui braccia estese e inchiodate, prolungate nell’universo e nella storia dell’umanità, tutti coloro che lo accolgono e si rifugiano sotto il suo amore misericordioso trovano conforto e salvezza.

Sappiamo bene che la Quaresima che abbiamo iniziato sarà speciale e diversa da quella degli anni passati. La pandemia non ci permette di vivere e celebrare la nostra fede cristiana nella comunità come vorremmo. Ma non è più il giorno del Signore, tempo di grazia e di salvezza. Scopriamo come il Signore, che non abbandona mai il suo popolo, ci parla attraverso le persone, le circostanze e gli eventi; come ci invita a rinnovare le nostre coscienze alla luce di Cristo; come ci spinge nel deserto per parlare ai nostri cuori; come ci chiama alla conversione e al rinnovamento delle nostre coscienze; come ci spinge all’impegno di continuare a dare la nostra vita agli altri come Cristo l’ha data per ciascuno di noi. Viviamo questa Quaresima con gioia e speranza.

 

Preghiera

 

Questo è il Giorno del Signore. Questo è il tempo della misericordia.
Davanti ai tuoi occhi non saremo più arrossati
a causa dell’antico peccato del vostro popolo.
Strapperai il cuore superbo dal caglio
e renderete un popolo umile con un cuore sincero.
Questo è il Giorno del Signore. Questo è il tempo della misericordia.
In mezzo alle persone ci tieni come un residuo
per cantare le tue opere e far avanzare il tuo regno.
Saremo una nuova corsa per i nuovi cieli;
tratto sacerdotale, secondo il tuo Primogenito.
Questo è il Giorno del Signore. Questo è il tempo della misericordia.
Gli oppressori cadranno e i servi esulteranno;
i figli dell’oprobrio saranno i tuoi eredi.
Poi intitorti il giorno del tuo ritorno
per coloro che hanno mangiato il loro pane all’esilio.
Questo è il Giorno del Signore. Questo è il tempo della misericordia.
Esculami le budella! Allontanati dal mio villaggio!
Per il Signore che è appena revoca i suoi decreti:
La salvezza è annunciata dove l’inferno pedinava,
perché il Signore abita in mezzo al suo popolo.

Questo è il Giorno del Signore. Questo è il tempo della misericordia.
(Inno liturgico di Quaresima)

 

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