Domenica di Pasqua

Di: padre José Miguel González Martín

Parola di oggi
Parola di oggi

lunedì 4 aprile 2021

Dio lo resuscitò il terzo giorno e gli garantì la grazia di manifestarsi.

Questo è il giorno che il Signore ha fatto: sii la nostra gioia e gioia.

Se siete risorti con Cristo, cercate i beni lassù.

Non avevano capito la Scrittura: che egli fosse risorto dai morti.

Letture

Prima lettura

Leggere il Libro degli Atti degli Apostoli 10, 34a.

A quei tempi, Pietro prese la parola e disse:
“Sai cosa è successo in tutta la Giudea, a partire dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni. Mi riferisco a Gesù di Nazaret, unto da Dio con la potenza dello Spirito Santo, che ha speso per fare del bene e guarire tutti coloro che sono oppressi dal diavolo, perché Dio era con Lui.
Siamo testimoni di tutto ciò che ha fatto nella terra degli ebrei e a Gerusalemme. È stato ucciso, appeso a un boscaiolo. Ma Dio lo resuscitò il terzo giorno e gli concesse la grazia di manifestarsi, non a tutto il popolo, ma ai testimoni nominati da Dio: a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la sua risurrezione dai morti.
Ci ha incaricato di predicare al popolo, testimoniando solennemente che Dio li ha resi giudici dei vivi e dei morti. Da Lui testimoniano tutti i profeti: che tutti coloro che credono in Lui ricevano, per nome, il perdono dei peccati”.

Salmo

Vieni fuori 117, 1-2. 16-17. 22-23

R/. Questo è il giorno che il Signore ha fatto: sii la nostra gioia e gioia.

Grazie al Signore perché la sua misericordia è buona, perché la sua misericordia è eterna.
Dite la casa d’Israele: l’eterno è la vostra misericordia. R/.

“La mano destra del Signore è potente, la mano destra del Signore è esaltata.”
Non devo morire, vivrò per raccontare le gesta del Signore. R/.

La pietra scartata dagli architetti è ora la pietra angolare.
È il Signore che lo ha fatto, è stato un chiaro miracolo. R/.

Seconda lettura

Lettura della Lettera di San Paolo alle Colose 3, 1-4

fratelli:
Se siete risorti con Cristo, cercate i beni lassù, dove Cristo è seduto al diritto di Dio; aspirano ai beni di cui sopra, non a quelli della terra.
Perché sono morti; e la vostra vita è con Cristo nascosto in Dio. Quando Cristo apparirà, la vostra vita, anche voi apparite gloriosi, insieme a Lui.

Vangelo

Leggere il Santo Vangelo secondo Giovanni 20, 1-9

Il primo giorno della settimana, Maria Maddalena andò alla tomba all’alba, quando era ancora buio, e vide la fulizza rimossa dalla tomba.
Corse e andò da Simone Pietro e dall’altro discepolo, che Gesù amava, e disse:
“Hanno tolto il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l’abbiano messo.”
Pietro e l’altro discepolo uscirono sulla strada per la tomba. I due correvano insieme, ma l’altro discepolo correva più di Pietro; si fece avanti e venne prima alla tomba; e, appoggiandosi, vide le tele distese; Ma non è arrivato.
Anche Simone Pietro lo insepolò ed entrò nella tomba: vide le tele disposte e il diario con cui la sua testa era stata coperta, non con le tele, ma arrotolata in un luogo separato.
Poi venne anche l’altro discepolo, quello che aveva raggiunto per la prima volta la tomba; vide e credeva.
Perché fino ad allora non avevano capito la Scrittura: che egli fosse resuscitato dai morti.

Commento

alleluia! Cristo vive, il Signore è risorto!

Questo è il grido gioioso che risuona dalla Veglia Pasquale in tutta la Chiesa universale, presente anche nei luoghi più remoti del mondo. È l’espressione della gioia e della speranza di tutti i cristiani, discepoli di Gesù che, dall’alba della Pasqua del Signore, si perpetuano da secoli ai giorni nostri. Celebriamo con gioia e gioia la risurrezione di Gesù Cristo, la sua vittoria sul peccato e sulla morte, la sua Pasqua, cioè il suo passaggio dalla morte alla vita; con la sua risurrezione ha trasformato per sempre le tenebre e l’incertezza della soglia che pone fine alla vita umana sulla terra e ne ha fatto una porta aperta luminosa alla vita nuova ed eterna, la vita con Dio in Cristo Gesù. Ecco perché non possiamo essere tristi; qui è il fondamento della gioia pasquale.

In questa nuova Pasqua cristiana che il Signore ci concede di vivere, avvolti in difficoltà e carenze, nel bel mezzo della pandemia, ci chiediamo di nuovo: come possiamo comprendere e credere nella risurrezione di Gesù, ciò che chiamiamo risurrezione e come dobbiamo comprenderla. È, prima di tutto, il miracolo più importante nella vita di Gesù stesso, prodotto da Dio – come ci dice san Pietro nella prima lettura di oggi – con la potenza dello Spirito Santo. Il Padre non abbandonò il Figlio nelle tenebre della tomba e della morte, ma lo fece riemergere corporeamente, trasformando la sua umanità terrena in gloriosa umanità. Pertanto, la risurrezione di Gesù non fu solo una rinascita del suo cadavere, sulla via della risurrezione della figlia di Giairo, figlio della vedova di Nain, o del suo amico Lazzaro; Cristo non è tornato alla precedente vita terrena e poi è morto di nuovo come qualsiasi essere umano. Cristo è stato resuscitato dal Padre in una vita nuova ed eterna, una vita divina che già possedeva come Figlio, in cui anche la sua umanità è stata incorporata per sempre. Così affermiamo e crediamo che Cristo viva gloriosamente, nel corpo e nello spirito, insieme al Padre nell’unità dello Spirito Santo, costituito come giudice dei vivi e dei morti, per sempre e per sempre.

La risurrezione di Gesù è stato un evento storico che è accaduto, come tante altre cose di Dio, nel silenzio e nella semplicità di un dato momento; Non era affatto una menzogna cospirata dei discepoli, né un’auto suggestione collettiva, né un’allegoria fantasiosa, né un mito prodotto dal desiderio frustrato dei discepoli di Gesù, di perpetuare la memoria di Quello per il quale erano stati affascinati e avevano lasciato tutto.

La fede in Cristo risorto, al quale i suoi discepoli si identificano pienamente con Cristo crocifisso, nasce, come ci dice il Vangelo di oggi, dalla sua esperienza della tomba vuota e dalle apparizioni di Gesù stesso a cui rimanda la lettura degli Atti degli Apostoli. Era qualcosa di nuovo per loro che li ha sorpresi e si è persino rivelato scioccante e contraddittorio. Per quanto Gesù stesso glielo avesse annunciato, in un primo momento non furono in grado di comprendere la sua vittoria sulla morte. In loro, come anche in noi, la sorpresa prede gioia e dubbi davanti alla fede. Fino ad allora, finché non lo videro vivo con i segni della croce, finché non lo sentirono di nuovo, non avevano capito che Egli sarebbe risorto dai morti; conclude così il Vangelo di oggi.

La prossima domanda che ci poniamo è: qual è il significato della risurrezione di Gesù Cristo per noi, cioè quali conseguenze ha per la nostra vita concreta. La prima risposta si trova in questa ben nota affermazione di san Paolo: se Cristo non si fosse alzato invano e falso sarebbe stata la nostra fede. La nostra fede cristiana non si basa sul semplice ricordo di qualcuno che ha vissuto e morto, che ci ha offerto un magnifico modello, perché nessuno ha superato fino ad ora, l’umanesimo universale; qualcuno che ci ha lasciato come eredità un insegnamento teorico e principi di comportamento che ci aiutano a vivere e vivere decentemente e correttamente come persone e cittadini.

La nostra fede cristiana deve consistere principalmente nell’incontro personale con Cristo vivente che, quando si verifica, illumina la nostra esistenza in modo nuovo, la cui novità è difficile da esprimere a parole. Dall’esperienza di Cristo risorto e dalla fede in Lui, siamo chiamati, come ci dice l’odierna seconda lettura, a vivere come resuscitati, cercando e servendo i beni di cui sopra, i valori del Vangelo, una vita in pienezza. Senza questa esperienza ed esperienza del Risorto, i cristiani si trovano sempre di fronte al pericolo di ridurre la nostra religione a un’ideologia, una filosofia, un sistema etico o un insieme di principi di comportamento individuale o collettivo, a un patrimonio culturale che dobbiamo sostenere, giustificare e perpetuare fino all’estremo.

Pertanto, nel tempo pasquale che inauguriamo oggi, dobbiamo chiedere al Signore, come sua grazia e dono, di poter sperimentare e vivere la sua presenza risorta vissuta dai suoi discepoli, i primi cristiani: Maria Maddalena, Giovanni, Pietro e tutti gli altri. Ci “appaia” anche, cioè toccare il nostro cuore, ammorbidire le nostre durezze, guarire le nostre ferite, guarire le nostre malattie, farci sentire viva, onnipotente e vicina la loro presenza, in mezzo a tanta miseria, sofferenza, dolore e morte.

Solo dall’esperienza del Risorto possiamo essere suoi testimoni, autentici e affidabili, come lo furono i suoi primi discepoli; testimoni della luce che vince le tenebre, della verità che supera la menzogna, della vita che vince la morte. La nuova speranza che è nata la mattina della prima domenica di storia sarà proiettata sul futuro della nostra storia, sulla storia dell’umanità e sulla storia dei nostri popoli. Perché coloro che ci vedono possano riconoscere nei nostri volti, anche nelle nostre ferite, nel volto vivo e nelle ferite di Cristo, che ha attraversato il mondo facendo del bene e guarendo gli oppressi dal male, perché Dio era con Lui. Che bel e semplice programma di vita per noi cristiani, discepoli e missionari di Cristo: passare per il mondo facendo del bene e guarendo tutti coloro che sono oppressi dal male, accompagnati dalla forza che la fede in Cristo glorioso e risorto, il Signore, ci dona.

alleluia! buona Pasqua!

Preghiera

Offri ai cristiani offerte di lode

gloria della Vittima Propizia della Pasqua.

Agnello senza peccato che salva le pecore,

Dio e i colpevoli uniti a una nuova alleanza.

Hanno combattuto la vita e la morte in una singolare battaglia

e, morti che è la Vita, trionfante sorge.

Cos’hai visto in arrivo, Maria, domattina?

Al mio glorioso Signore, la tomba abbandonata,

angeli testimoni, sudditi e sudario.

Ha davvero resuscitato il mio amore e la mia speranza!

Venite in Galilea, lì il Signore aspetta;

lì vedrete la sua la gloria della Pasqua.

Prima dei morti, sappiamo per vostra grazia

che sei risorto; La morte in te non governa.

Re vincente, abbi pietà della miseria umana

e dare la vostra parte fedele alla vostra santa vittoria. amen.

(Sequenza pasquale)

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