La poesia al centro della fiamma

Virgilio-López-Lemus

Scegliere – è un detto – la letteratura come ufficio è quasi una sciocchezza, un’aberrazione, per la sua condizione solitaria e perché cammina da sola e senza tethering, da una corda molto debole; sotto lo scrittore c’è il vuoto e nulla garantisce che arriverà in sicurezza alla pubblicazione, ai lettori, al riconoscimento.
Tuttavia, quando la scrittura è una necessità, una vocazione, un destino segnato, poi affrontare il vuoto, camminare su di esso, non è un’opzione. Pertanto, la prima affermazione deve essere formulata al contrario: la letteratura ti sceglie e lo scriba non ha altra scelta che affrontare la sfida. E anche se una soffiata degli indiani Navajo dice, “Salta, il terreno apparirà”, cosa fare se non si presenta? Continua a scrivere.
Lo ha capito Virgilio López Lemus fin dalla sua prima giovinezza e per non cadere nel temuto cerchio di “non ti pubblicano perché non ti conoscono, e non ti conoscono perché non pubblichi”, non ha smesso di scrivere e pubblicare in quasi mezzo secolo, tanto che diverse decine di libri, tra poesia, saggi e critica letteraria, hanno scolpito un sito prestigioso nella letteratura cubana.
Durante la prima metà del 2018, lo scrittore nato nello sviluppo, Sancti Spíritus, ha ricevuto due premi rilevanti: il Festival internazionale di poesia dell’Avana e le società di beneficenza andalusa di Cuba gli hanno assegnato il Premio Rafael Alberti per la poesia; mentre l’Accademia delle Scienze di Cuba gli conferì lo status di Accademico al Merito.
Solo tra poesia e mondo accademico, è trascorsa buona parte del suo lavoro. La regina dei generi letterari è stata la fonte del poeta, del ricercatore, del saggista, del critico, dell’insegnante, del traduttore, dell’editore. E negli ultimi anni, non pochi dei suoi libri hanno tessuto poesia, riflessione e speculazione, come dimostrano le lodi. Love, Friendship and Joy (2000), Tax Waters (2003), Narcissus, Waters and mirror (2004), The Eternal Age (2005) e Gravitation of Poetry (2015).
In questo arco gravitazionale, López Lemus ha prestato particolare attenzione a due forme poetiche: la poesia conversazionale e la decima. Chiunque voglia conoscerli in profondità, nel contesto cubano, non può non leggere i libri a cui ha dedicato.
Parole dallo sfondo. Lo studio della poesia colloquialista cubana (1988) è una rigorosa analisi del discorso poetico conversazionale da tutte le angolazioni e si ferma a ciascuno degli autori inclusi. Le sentenze presenti in questo lavoro sulle figure che lo compongono sono state lasciate come riferimento obbligatorio per le esplorazioni in quella sezione.
Da parte sua, la strofa nazionale ha trovato in López Lemus uno studioso puntuale che ha raccolto in La decima costante. Le tradizioni orali e scritte (2000) e Il decimo rinascimento e barocco (2002) tutte le conoscenze accumulate su questa composizione. In modo tale da essere obbligatori una fonte di consultazione per coloro che desiderano avvicinarsi alla storia e ai concetti delle stanze più popolari coltivate a Cuba.
A ridimostrazione della stima professata dai decimisti cubani a Virgilio López Lemus, nel luglio 2008 la Cucalambeana Culture Week, il più grande festival nazionale destinato al decimo ha dedicato il suo evento annuale a Las Tunas.
Come risultato del suo interesse per la conoscenza delle varie strutture poetiche, e molto apprezzato da poeti e studenti di lettere, è il suo libro Metrica, versi liberi e poesia sperimentale della lingua spagnola, con edizioni nel 2008, 2016 e 2017 che sono sempre insufficienti.
La vocazione alla storia della poesia ha costrizione il saggista sia alla formazione di numerose antologie poetiche sia a volumi contenenti ampi panorami del genere. I libri più illustrativi, in entrambi i casi, sono: Duecento anni di poesia cubana: 1790-1990. Cento poesie antologiche (1999 e 2002) e L’intero secolo. Il discorso poetico della nazione cubana nel XX secolo (2008).
Gli esempi cui si fa riferimento nel paragrafo precedente si riferiscono alla poesia cubana, ma l’entusiasmo di López Lemus non si limita alle lettere nazionali, il suo raggio d’azione include anche più autori delle lingue spagnola, portoghese e francese.
Il rigonfiamento dei documenti accademici di Virgilio, il riassunto del suo voluminoso saggista, non dovrebbe nascondere che anche il suo lavoro nel verso è apprezzabile, come dimostrano i tredici libri di poesie pubblicate. Sul più recente, intitolato Hipno, un’elegia in cui l’amore e la morte sono legati, la poetessa cubana Dulcila Cañizares ha dichiarato che “è una pietra miliare raffinata all’interno della sua opera poetica e offre un contributo unico alla poesia cubana”.
Le pubblicazioni di López Lemus crescono al ritmo di tre, quattro, cinque… libri all’anno. Tradotto in una dozzina di lingue, i suoi testi hanno raggiunto editori, riviste e giornali in più di trenta paesi, confermando che si tratta di un caso di eccezione sull’isola, dove gli scrittori di solito non mostrano un’opera così esuberante. Ne conosco solo uno laborioso come lui, ed è anche nato sotto il segno della sterlina. Sembra che la ricerca dell’equilibrio abbia qualcosa a che fare con quella volontà e quella disciplina per dispiegare talenti. L’altro scrittore è il Premio Nazionale per la Letteratura, se lo merita. Ω

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