L’eminente cardinale Jaime Ortega, Sua Eccellenza Monsignori, amici tutti:
Oggi siamo invitati qui dalla felice opportunità di presentare al Cardinale Jaime Ortega Alamino, nostro caro Cardinale Jaime, la distinzione “Monsignor Carlos Manuel de Céspedes” che gli è stata data dalla Commissione per la Cultura della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba. Il premio e il pluripremiato contributo a questa semplice cerimonia di oggi sono lontani da uno di quei cosiddetti atti di riconoscimento che i nostri media presentano con estenuante ripetizione. Il premio, perché pur essendo un modesto segno onorario, ha la speciale brillantezza che gli trasmette il caro e illustre nome del sacerdote ricordato, lignaggio patriottico e profondo amore per Cuba, monsignor Carlos Manuel de Céspedes. Il vincitore, perché il Cardinale Jaime Ortega, con la forza di arrendersi senza riserve al suo servizio di pastore, ha lasciato un segno luminoso e stimolante, come pochi altri, nella nostra storia di Chiesa e di Paese.
Grazie alla sua prima formazione artistica, il Cardinale vide chiaramente, dai suoi primi sforzi apostolici nell’Azione Cattolica e poi nel suo tempo come parroco nella sua nativa Matanzas, il potere dell’arte – musica, poesia, teatro – come cibo dello spirito e del cammino verso Dio. Che si tratti del coro parrocchiale o di un gruppo teatrale di giovani, il cammino della Bellezza – il molto apprezzato via pulchritudinis – è stato presentato come una preziosa risorsa di miglioramento umano e di crescita spirituale, un percorso verso l’incontro definitivo con il Bene e la Verità.
In tutto il suo ministero, il Cardinale ha continuamente espresso questa cura dei dettagli nati dal suo profondo apprezzamento per la bellezza, sia negli aspetti architettonici dei numerosi restauri dei templi che è riuscito a compiere nell’Arcidiocesi, tra i quali c’è soprattutto quello di quell’icona della città che è la maestosa Cattedrale dell’Avana , comprese le sue immagini, dipinti e affreschi, o nella sua meticolosa attenzione alla liturgia. In questo aspetto, la musica è stata un luogo preferito, sia nella selezione delle canzoni che nella qualità delle performance strumentali e corali.
So quanto gli sia stato vicino il progetto del Centro Culturale Padre Félix Varela, dove siamo, un progetto che ha concepito e realizzato, nei suoi sforzi per continuare il lavoro di formazione dei laici cubani intrapreso da padre Varela presso la Scuola del Seminario di San Carlos. Bisogna sentire descrivere quanto vivamente si senta la presenza tra queste venerabili mura dello spirito di Padre Varela, che ci incoraggia a proseguire la sua esemplare opera formativa.
Quanto ha fatto il Cardinale, prima di tutto, per la costruzione della nuova sede del Seminario, che ha permesso ad esso, la sua sede storica, di andare al Centro Culturale! Quanto ha fatto accanto per ottenere sostegno per il restauro dell’edificio; per l’approvazione, la strutturazione e il funzionamento dell’Istituto di Studi Ecclesiastici Padre Felix Varela, che ha già compiuto sei anni; per la costruzione della biblioteca del Centro e l’ottenimento di fondi preziosi per essa, compresa la donazione della vostra biblioteca personale; per l’istituzione e il funzionamento della Cattedra di Musica Sacra, con le già essenziali Settimane di Musica Sacra alle quali partecipano studenti di tutte le scuole di musica dell’Avana, e la loro partecipazione a sforzi congiunti con altre entità della cultura, come il restauro dei grandi organi delle chiese dell’Avana, tra gli altri progetti.
Il suo lavoro per il dialogo Chiesa-cultura si è esteso alle discipline scientifiche, sia alle scienze esatte e naturali – ricordiamo, tra gli altri eventi memorabili, quell’omaggio dei meteorologi cubani a P. Benito Viñes e all’Osservatorio del Collegio di Betlemme – sia alla Bioetica, con la creazione del Centro di Bioetica Giovanni Paolo II, che è stato scolpito , attraverso il percorso che il suo Direttore descrive come capillare, una posizione di leadership ampiamente riconosciuta in quel campo nel paese.
Il Cardinale è sempre stato chiaro che questo è il caso, capillarmente, che la Chiesa può “raggiungere e trasformare con la potenza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell’umanità, che sono in contrasto con la parola di Dio e con il piano di salvezza… ciò che conta è evangelizzare… vitale, in profondità e alle radici, alla cultura e alle culture stesse dell’uomo” (San Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 19-20).
Per tutto questo, il Cardinale gode di ogni concerto e recital che celebriamo, di ogni mostra di arti plastiche che presentiamo, di ogni numero delle nostre riviste che viene pubblicato, di ogni dibattito che organizziamo su qualche argomento di attualità, di ogni film che esponiamo… È un godimento nato soprattutto dalla sua convinzione che stiamo servendo la società cubana, rendendo la Chiesa presente nella vita della società, favorendo quell’intenso scambio con cui il Centro, pur agendo nella società, viene perfezionato e aggiorna con ciò che riceve da essa, in un processo di continuo arricchimento reciproco.
Non poteva non menzionare il suo costante lavoro, non sempre ben accolto da tutti, per l’essenziale riconciliazione tra cubani. Ha pazientemente subito respingimenti, perché “questo è il dare vita alle pecore. perché non c’è resurrezione senza croce, e ho accettato che devo sopportarlo, e dobbiamo sopportare di portare avanti quella riconciliazione tra cubani”. Il Cardinale non ha mai rinunciato o si arrenderà a questo sforzo.
L’amore per Cristo e la sua Chiesa, l’amore per la Patria, lo spirito di dialogo, sono note distintive della vita e del ministero del nostro Cardinale. Con loro ci ispira e ci incoraggia a continuare.
Grazie mille.
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