Quarta domenica di Pasqua

Di: Padre José Miguel González Martín

Parola di oggi
Parola di oggi

Domenica del Buon Pastore

Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

lunedì 25 aprile 2021

La pietra scartata dagli architetti è ora la pietra angolare.

Guardate che amore ha avuto il Padre per noi per definirci figli di Dio.

“Io sono il buon Pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le pecore.

Letture

Prima lettura

Leggere gli Atti degli Apostoli 4, 8-12

In quei giorni, pieno dello Spirito Santo, Pietro disse:
“Capi del popolo e degli anziani: Perché abbiamo fatto un favore a un uomo malato, oggi siamo interrogati per scoprire quale potere ha guarito quest’uomo; Siate chiari a tutti voi e a tutto Israele che è stato il nome di Gesù Cristo Nazareno, che avete crocifisso e che Dio è risorto dai morti; con questo Nome, questo sano si presenta davanti a voi. Egli è la “pietra che voi, architetti, avete scartato e che è diventata una pietra angolare”; non c’è salvezza in nessun altro; perché sotto il cielo non c’è stato altro nome dato agli uomini con cui dobbiamo salvarci.

Salmo

Salmo 117, 1 e 8-9. 21-23. 26 e 28-29

La pietra scartata dagli architetti è ora la pietra angolare.

Grazie al Signore perché la sua misericordia è buona, perché la sua misericordia è eterna.
È meglio rifugiarsi nel Signore che fidarsi degli uomini,

è meglio rifugiarsi nel Signore che fidarsi dei capi. R.

Vi ringrazio per avermi ascoltato e voi siete stati la mia salvezza.
La pietra scartata dagli architetti è ora la pietra angolare.
È il Signore che lo ha fatto, è stato un chiaro miracolo. R.

Beato egli che viene nel nome del Signore, vi benediciamo dalla casa del Signore.
Tu sei il mio Dio, ti ringrazio; Oh, mio Dio, ti farò distinguere.
Grazie al Signore per essere buono, perché la sua misericordia è eterna. R.

Seconda lettura

Leggere la prima lettera dell’apostolo Giovanni 3, 1-2

Cari fratelli:

Guardate che amore ha avuto il Padre per noi per chiamarci figli di Dio, perché noi siamo! Il mondo non ci conosce perché non lo conosceva.

Cari, ora siamo figli di Dio e ciò che saremo non si è ancora manifestato. Sappiamo che quando si manifesterà, saremo come lui, perché lo vedremo così com’è.

vangelo

Leggere il Santo Vangelo secondo San Giovanni 10, 11-18

A quel tempo, Gesù disse:

“Io sono il buon Pastore. Il buon pastore dà la sua vita per le pecore; il salariato, che non è né pastore né proprietario di pecore, vede arrivare il lupo, abbandona le pecore e fugge; e il lupo li ruba e li disperde; e a un salariato non importa delle pecore. Io sono il buon Pastore, che conosce il mio, e il mio mi conosce, proprio come il Padre mi conosce, e conosco il Padre; Do la mia vita per le pecore.

Ho anche altre pecore che non sono di questo tipo; Devo anche portarli a quelli, e sentiranno la mia voce, e ci sarà un solo gregge, un solo Pastore.

Ecco perché il Padre mi ama, perché mi arroto la vita per poterla ottenere indietro. Nessuno me lo toglie, ma io lo do liberamente. Ho il potere di consegnarlo e ho il potere di recuperarlo: questo mandato l’ho ricevuto da mio Padre”.

commento

Celebriamo oggi la domenica del Buon Pastore, alla quale si unisce la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, quando risuonano ancora gli echi della notte di Pasqua in cui ricordiamo la Risurrezione di Cristo. Certamente gesù Cristo vivo e risorto è il Buon Pastore che dona la sua vita per le sue pecore.

Ancora una volta la figura e l’immagine, o meglio la persona di Cristo, richiede la nostra attenzione perché è il centro del messaggio della Parola di Dio di oggi. Pietro, in prima lettura, la ricorda come la pietra scartata dagli architetti, cioè i saggi e i capi del popolo, e che Dio è diventato la pietra angolare del suo progetto di salvezza per tutta l’umanità. Nessun altro nome può salvarci se non quello di Gesù Cristo Nazareno. Egli è l’unico e universale mediatore della salvezza che Dio Padre ci offre tutti, di cui la Chiesa è il suo sacramento.

E cosa significa questo per noi cristiani? Significa, prima di tutto, che dobbiamo sentire il bisogno di essere salvati, cioè di essere guariti, confortati, tolti dalla schiavitù e dai peccati, guariti dalle nostre ferite sopra vivaci e spirituali, riabilitati nella nostra capacità di creature fatte a immagine del Creatore, chiamate all’amicizia con Lui, a partecipare alla sua vita divina, ad essere così donata nella nostra stessa umanità , per vivere con Lui una vita felice e feconda nel presente e nell’eterno nel futuro. Il desiderio di Dio Padre è che tutti noi viviamo una vita piena proiettata verso l’eternità.

Ma significa anche che dobbiamo essere testimoni, mediatori e architetti di questa salvezza. La nostra società ha bisogno di cambiamenti e riforme per avvicinarla al progetto di Dio, alla comunità di fratelli e sorelle in cui nessuno è escluso o scartato, in cui entriamo tutti, essendo tutti lavoratori e architetti del presente e del futuro. La pluralità e la diversità non impoveriscono, ma arricchiscono, quando la accettiamo e la viviamo come un’opportunità piuttosto che come una difficoltà.

Certamente, in un mondo così pluralizzato e globalizzato, in cui le relazioni tra popoli, culture e religioni diventano sempre più necessarie e frequenti, sembrerebbe più opportuno rispettare ciascuno nel suo credo e nella sua condizione, senza insinuarsi nei suoi diversi modi di comprendere la vita o la divinità. Anche sapendo che la grazia di Dio agisce nel cuore degli uomini e dei popoli al di là e al di là delle normali mediazioni che Egli stesso ha voluto e istituito, non possiamo non proclamare esplicitamente Gesù Cristo come Salvatore di tutta l’umanità. Non possiamo stare zitti o smettere di parlare di Lui, perché, da un lato, Egli ci chiede di farlo; e anche perché la sua Verità è un fuoco che ci brucia dentro, una luce che deve essere posta in alto per illuminare tutti, la convinzione che il suo umanesimo non sia stato superato da nessuno e serva a tutti.

Nella seconda lettura, san Giovanni ci ricorda il fondamento della salvezza che Gesù Cristo ci ha portato. Dio ci ama tanto, ci ama come ci ama perché ama i suoi figli, che non possono lasciarci morire, anche se Ci ha creati con la capacità e la possibilità di rinunciare alla sua vita divina e alla sua amicizia. Siamo i vostri figli e ciò che saremo non si è ancora manifestato, quando il pellegrinaggio attraverso questo mondo sarà finito. Dio vuole la vita eterna con Lui per tutti. Ma molti non lo conoscono o non lo conoscono. Siamo noi, che abbiamo già sperimentato il loro amore, quelli di noi che vivono nelle loro vicinanze da bambini, che siamo chiamati ad annunciarlo senza paura o tregua, in ogni momento e luogo, a tutta l’umanità.

Il Vangelo di oggi ci introduce a Gesù come Buon Pastore. La sua bontà sta nella sua libera scelta di dare la sua vita per le sue pecore, cioè per ciascuno di noi. Siamo così importanti e preziosi per Lui che Egli ci dà tutto ciò che Egli ha. Egli ci conosce con il nostro nome e ama personalmente ciascuno di noi; conosce il bene e il non così buono, i nostri punti di forza e di debolezza, i nostri risultati e anche i nostri fallimenti. La nostra sfida sarà sempre quella di lasciarci guidare da Lui, convinti che non troveremo mai un altro Pastore migliore di Lui.

Ha dato la vita e continua a darla per le pecore che già conosce e che lo conoscono; ma anche per coloro che non lo conoscono e appartengono ad altri rireli, ambienti, culture, razze o religioni. Devi anche attirarli ad ascoltare le loro voci e c’è un solo Pastore e un solo gregge. E per questo compito ha bisogno di noi. Ecco perché oggi preghiamo per le vocazioni nella Chiesa; per quelli di speciale consacrazione, sacerdotale, religiosa o missionaria; ma anche per le altre vocazioni che, all’interno della Chiesa, si sviluppano in risposta alla chiamata di Dio ad essere per Lui e per gli altri, nella famiglia, nel lavoro, nel libero servizio per gli altri.

Chiediamo al proprietario delle Norme di inviare lavoratori al suo tempio; che ci sono giovani che pensano di lasciare tutto per Gesù Cristo e per il Vangelo, nel sacerdozio, nella vita consacrata o missionaria. Chiediamo al Signore, consapevole che questa preghiera ci impegna ad offrirgli ciò che siamo e abbiamo al servizio del Regno. Come posso chiedere al Signore senza dirglielo, eccomi qui per quello per cui hai bisogno di me? Chiediamo anche tutti i nostri pastori. Papa Francesco, i nostri vescovi, i nostri sacerdoti… affinché in ogni momento e luogo riflettano il volto gentile e devoto del Buon Pastore, che essi rendono presente con il loro ministero. Chiediamo le nostre famiglie e comunità… perché in essi possiamo pregare e crescere nella fede cristiana e, in questo modo, diventare focolai di nuove vocazioni per la Chiesa. Chiediamo in particolare le Chiese più povere e bisognose in luoghi remoti o paesi con gravi conflitti. perché non manchino i pastori che guidano e guidano il popolo di Dio, celebrando l’Eucaristia e gli altri sacramenti, predicando la Parola, ascoltando il grido di coloro che soffrono, condividendo i loro dolori e dolori, logori e rischiando la vita, rendendo così visibile e tangibile il volto amorevole di Gesù Cristo Buon Pastore.

preghiera

Pastore, che con i vostri fischi d’amore
mi hai svegliato dal sonno profondo,
mi hai fatto cadere da questo registro
dove si raggiunge a braccia potenti.

Rivolgete gli occhi alla mia pia fede,
perché ti confesso per il mio amore e proprietario,
e la parola per mantenere lo sforzo
i tuoi dolci fischi e i tuoi bei piedi.

Ehi, Pastore, perché ama che tu muoia,
non essere inorridito dal rigore dei miei peccati,
Per così tanto amico delle resa sei,
aspetta, allora, e ascoltare le mie cure.

Ma come faccio a dirti di aspettarmi,
se sei, ad aspettare, i piedi inchiodati? amen.

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