Queste linee e la loro attenuazione

Di: Daniel Céspedes Góngora

“Nuvole dentro”, il portico di El camino a casa (Selvi Ediciones, 2020), di Caridad Atencio, si riferisce alla condizione frammentaria della poesia basata, inoltre, sulle recensioni di un’autrice del proprio lavoro. Allo stesso modo, “Nuvole…” si presenta come una sorta di poetica che, in una giusta collocazione per scelta, si installa per fare riferimento ad alcuni ambiti della poesia, pur collegandosi all’intero libro. A causa di questo stato di prologo, scrive Atencio: “La poesia nasconde la metà che vuole consegnare. In quella lotta si stupisce e ricomincia il viaggio, lo scoppio. Presupporre un tessuto, un quadro preceduto, in un certo modo, da domande commoventi è, almeno, uno sforzo impossibile”.

Per le due sezioni ben collegabili: “Forse divisibile” e “La strada di casa”, il libro irrompe dalle prime pagine come una ricerca di conferma. Non è il viaggio casuale, l’improvvisazione che si confonde, cercando un continuo stupore per gli eventi del mondo. È l’oscillazione tra presente e passato, il peso culturale e il continuare a vivere il quotidiano fino a trovare territori più moderati o, addirittura, con altri stimoli come accade soprattutto verso la seconda metà del taccuino.

Ora la scrittura è prosaica, si affida alle testimonianze dell’autore e, sebbene il passato sembri determinare il confessionale, è la memoria che troneggia in un presente in un rigore indefinito, transnazionale ma specifico come evocazione del soggetto lirico: “Quando mio padre morì l’Oceano Pacifico rosso e trapuntato, che era stato abbattuto da lui in modo abusivo, fiorì. Quando ho perso mia madre, l’albero, che a malapena dava fiori, è caduto sul sentiero che, vicino al giardino, prevedeva l’ingresso e l’uscita della casa”.

Le poesie possono essere lette nella loro esposta autonomia. Prevale però una forza quasi sequenziale che Atencio evita di volta in volta con tutte le intenzioni così che, a posteriori, vi sono alternanze o, meglio, salti ellittici nei testi immediati, dove accade qualcosa durante l’infanzia (“Llegaba el tiempo … / ”) Assistere all’improvviso a un’esperienza in cui converge più che l’amore (“Un ragazzo che viveva un po’ fuori dalla legge… / ”). Quindi influenza il percorso e persino lo determina. A questo si aggiunge il racconto della morte del padre e poi lo si conosce di nuovo attraverso un aneddoto che include ancora il riferimento alla sua partenza. Leggi “E il punto è che l’ha sentita cantare di nuovo … /”.

Il padre silenzioso cammina accanto al sé protagonista e la madre non resta indietro. La madre, infatti, è ancora evocata con la provocazione, che non è disprezzo o risentimento: «Anche se ti sei lamentata perché sono nata donna, e per l’immenso dolore che sarebbe venuto su di me, per cullarmi hai abbandonato tutto, anche se eri solo, molto solo a casa. Tutto il tempo torna all’istante in cui con un tratto di tessuto avanzato dal tuo abito hai creato il mio prodigio… / ”. Si può notare un reclamo? Assolutamente. Ciò che la poesia invade è una riconciliazione tra due generazioni troppo vicine.

A chiusura della sua più recente raccolta di poesie, a metà tra le memorie e il saggio, l’epilogo “Nuvole fuori”, che l’impegno personale di ritrovare in opinioni variegate sul genere in questione, si chiude con le ragioni della sua poetica. Caridad Atencio finisce per ammettere: “A questo punto sento che ci sono definizioni di poesia come ci sono poesie e dovrebbero esserci. Questo inquietante avvicinamento al limite o accumulo insistente nel perseguirlo, non la sua distruzione, è ciò che incoraggia la mia psiche e molte altre, facendo della strada un universo”.

Consenti al lettore quindi qualche stranezza di stima.

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