Ora zero

Mi è stato detto che i salari e le pensioni saranno moltiplicati per cinque, e fino a quando ciò non accadrà, i servizi e i prodotti in vendita manterranno i loro prezzi, ma la realtà che vedo mi dice qualcos’altro; a meno che tu non viva nel futuro, il giorno zero è qui.

Davvero il processo molto tempo fa che ha preso il via. Negli ultimi sette, otto mesi di quest’anno, con la scarsità dei prodotti, i prezzi sono aumentati; nella misura in cui hanno venduto, è apparso in altre mani, a costi sempre più elevati.

A questo punto, proprio con il Giorno dei Fedeli Morti, novembre è iniziato con un gigantesco punto interrogativo e il nostro debole inverno non è appena arrivato, chi trova una carriola con un avocado deve pagarla a 20, 25, 30 pesos; chiunque voglia mangiare cetriolo deve pagare non meno di sei pesos per libbra. E lo stesso ti accadrà con manioca, patate dolci, zucca, banana o malanga. E per non parlare del maiale incapace, o dei cereali.

Per finire, anche altri prodotti che avevano sempre mantenuto il loro prezzo, come il pane, hanno vissuto un aumento, sotto altri vestiti. Ad esempio, il popolarmente chiamato “svenimento”, che in precedenza costava tre pesos al flauto, ora riappare con una dimensione leggermente più grande, “con frutti”, al prezzo di sette pesos. E il piccolo panio che valeva un peso, ora costa 2,50 perché ha la guava.

Ci sembra che tutto sia arrivato all’improvviso, ma no, è stato un processo, e il denaro va di pari passo, quasi senza rendersene conto. Quelli di noi che non sono “di fascia alta” (la stragrande maggioranza), possiamo comprare sempre meno, anche quel poco che c’è nei mercati.

D’altra parte, come è successo tre decenni fa, le nostre case esprimono il volto della crisi, come metafora perfetta: un giorno siamo sciolti da un tubo di luce fredda, poi un altro, e un altro, e non possiamo sostituirli, e le nostre case sono più scure. E un giorno rompiamo un effetto apparecchio e non possiamo nemmeno sostituirlo. Abbiamo finito per cucinare in pentole che difficilmente usavo più, per le quali abbiamo bisogno di più tempo di cottura e abbiamo speso più carburante.

C’è una vecchia signora che passa per casa mia, che si sta assottigliando, è diventata quasi traslucida. Mi addolola vedere quella signora che non so per quanto tempo avrà la forza di camminare, di resistere alla difficilissimo sfida dell’esistenza. Prima di scambiare alcune frasi, ma già le sue parole non obbediscono al presente, ma sembrano nascere da un passato che deve essere più gentile con lui, forse ha trovato lì una zona di comfort che si è persa nel tempo.

Tre decenni fa ci è stata raccontata una possibile opzione zero, un ritorno alla comunità primitiva che ci avrebbe fatto lasciare le città in cerca di mezzi di sostentamento nell’ambiente rurale. Ora aspettiamo il giorno zero, quando denaro, prezzi, finanze, economia, costo della vita subiranno un drastico cambiamento.

L’incertezza, gli stati mentali, stabiliscono parallelismi tra le due, scelta e giorno, due entità che non si intersecano, ma quindi viaggiano vicine, a uguale distanza, e quel denominatore comune, zero, è ciò che prevale, che prevale e cancella, a quel punto, qualsiasi opzione.

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