Il Grande Maestro Italiano Vittorio Storaro, regista di fotografia in film memorabili come Apocalisse Ora, Ultimo tango a Parigi e L’ultimo imperatore, ha definito quest’arte come “la letteratura della luce”, forse il modo più bello per integrare ciò che è molto giusto, di solito dichiarato a livello popolare: un’immagine può dire fino a mille parole.
Una cosa del genere ho pensato quando ho scoperto le creazioni di Alberto Borrego Sánchez, figlio di San Cristobal, dove risiede e lavora a tempo pieno, e che la giornalista Mayra García Cardentey, senza paura di esagerare, ha chiamato El Korda Pinareño, probabilmente scossa da un’opera all’interno della quale la realtà, più che lo shock, impatta, rabbrividì, trema, finisce per lasciarci, come nel famoso film di Jean-Luc Senza fiato.
Confessa questo uomo verbo facile e allegro che lancia solo cinque o sei foto all’anno e le manda all’evento o al concorso in cui meritano davvero di partecipare. Sembra che in questa strategia abbia fatto particolarmente bene, perché i concorsi vinti sono lasciati al suo curriculum, e non esattamente del mucchio, tra cui il convocato dopo il centenario della diocesi di Pinar del Río, nel 2003, e il secondo posto nel Salon Tiburcio Lorenzo, nel 2009, nonché mostre in prestigiosi spazi delle arti visive.
Non appena si approfondisci le immagini raccolte dall’artista, è impossibile non stare saldamente al discorso concettuale che ne emana, dove combina diabolicamente bene l’umorismo con un bel tocco di ironia, che servono a condire con molto buon gusto il suo creatore poetico, mentre in altri un realismo brutale e secco, una storia che è passata ogni giorno davanti all’indifferenza dei nostri occhi , ci lascia inchiodati al pavimento.
Tra noi artisti che cercano, soprattutto, l’esuberanza e la perfezione del paesaggio, dimenticando – a differenza di Alberto – che il loro concetto è più completo, più ricco, più controverso, e può anche rivelare la più profonda e contraddittoria condizione umana, come la vede questo giovane maestro, deciso a non passare per le luci e le ombre del suo tempo.
Alberto Borrego Sánchez è un esempio di solidità estetica e umanistica così coerente che ha incoraggiato diversi scrittori – tra cui quelli che scrivono queste righe – ad utilizzare alcune delle sue opere fotografiche più sorprendenti sulla copertina dei suoi libri.
Come ogni creatore di razza, odia la fotografia senz’anima; tirare non va con il tuo stile, anche se la vita cubana di oggi impone i suoi bilanci difficili per la sussistenza. Ecco perché puoi scattare perfettamente foto di una quindicina, un matrimonio o quelle di un compleanno, ma sai che l’arte fotografica a lettere maiuscole, la più eccellente e legittima, supera di gran lunga questi momenti felici ed è – anche come la poesia – sprecata, in attesa, a volte dolorosamente, in una strada o in un quartiere senza glamour, in un vicolo , all’ingresso di una caffetteria desolata, in una stanza d’ospedale, vicino alle linee ferroviarie, e ovunque… e deve sapere come scoprire chi finge di essere un buon artista.
Fermando per un attimo l’assalto di tante persone che lo richiedono, Alberto apre diverse cartelle sul suo computer e mi mostra un lavoro dopo l’altro. Ci vuole tempo per spiegarmeli, anche se le foto gridano il loro messaggio. Tutti loro, senza eccezioni, sono squisiti.
E anche senza eccezioni li ama tutti, anche se raccolgono immagini molto forti e tristi, come quelle legate alle ore più dolorose della vita di sua madre, indossate mortalmente dai feroci assalto dell’Alzheimer, al punto da essere praticamente con la pelle sulle ossa.
“Sono immagini hard, e per me sono più difficili che per chiunque, perché sono legate a mia madre; ma qualcuno deve riflettere il caos dell’Alzheimer, qualcuno deve farlo, e sento che è il mio turno. Quando un uomo è mosso da qualsiasi malattia, è in una posizione migliore per interpretarla, studiarla e persino prevenirla e combatterla”, ha confessato l’artista in modo molto convincente.
Ad un rango di maestro così alto nell’opera con l’immagine ascese Alberto, che il poeta, critico e saggista Rafael Acosta de Arriba, pubblicò il suo libro documentato e straordinario La seduzione dello sguardo. La fotografia del corpo a Cuba (1840-2003) lamentava che, poiché non aveva conosciuto queste immagini in tempo, nessuna di esse era presente in The Seduction … Se li avessi conosciuti in tempo – soprattutto il più scioccante del tutto – sarei stato, in ogni diritto, presente in questo volume.
Non tutti di solito accettano foto in cui prevale la malattia o la tristezza. Preferiscono immagini più gentili. Tuttavia, la vita non è esattamente una panacea. È difficile, e spesso devi viverlo e morire in modi molto difficili. Ma se guardi foto magistre come quelle scattate di tua madre malata – senza vestiti diversi dalla sua pelle chiara – guardando con donaire provocatorio alla luce del giorno che entra dalla sua finestra, allora si commuoce come l’artista e applaude a infuriare il magistero e l’audacia di questo.
Membro dell’UNEAC, con opere di collezionisti provenienti da paesi come Spagna, Inghilterra, Canada, Stati Uniti e Venezuela, sempre pronto a raggiungere gli artisti e i creatori del suo ambiente, Alberto Borrego è l’immagine stessa di un talento raffinato e completo, di un uomo che “punta” bene e “spara” meglio, che un giorno non chiamavano El Korda Pinareño (ora Artemiseño , chiaristo ridendo), apparentemente con grande ragione e senza esagerare. Ω
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