“Ai piedi della Croce”

La noche del segundo día de la versión habanera de la Jornada Nacional de la Juventud (JNJ) culminó con el rezo del viacrucis.
Monseñor Juan de la Caridad García, arzobispo de La Habana, en el viacrucis
Monsignor Juan de la Caridad García, arcivescovo dell’Avana, al Viacrucis

La notte del secondo giorno della versione Habanera della Giornata Nazionale della Gioventù (JNJ) culminò nella preghiera del viacrucis. Così i giovani, accompagnati da diversi sacerdoti, religiosi e religiosi, approfondirono il mistero, la morte e la risurrezione di nostro Signore. Il momento, tenutosi presso il Centro Culturale P. Félix Varela, ebbe la particolarità di essere accompagnato dalla croce portata dai primi cubani che si rechettero in Terra Santa nel 1914.

In un profondo raduno è stata ascoltata la Parola del Vangelo che raccoglie ciascuna delle sofferenze che Gesù ha sofferto sulla via del Calvario. “È stata un’esperienza bellissima”, ha detto Arlet Aguilera, per la quale “il silenzio causato dalla preghiera a lume di candela ha fatto sentire molto di più la presenza dello Spirito in mezzo a noi”.

Il Viacrucis è una delle attività principali della JNJ in ogni diocesi del paese. All’inizio si pensava che fosse effettuata in spazi pubblici, ma dopo il divieto da parte delle autorità doveva essere riadattato verso l’interno di templi o edifici ecclesiali tranne che a Santiago de Cuba. Questo non ha certo intasato gli spiriti dei giovani, che hanno anche posto ostacoli e la loro realtà ai piedi della Croce.

La JNJ, essendo una versione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), tenutasi lo scorso gennaio, è stata pensata nello stesso formato della GMG sin dalla sua nascita. Nel caso del viacrucis habanero, è stato usato lo stesso testo pregato dai giovani con Papa Francesco a Panama.

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