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Chi avrebbe potuto immaginare nel bel mezzo delle festività mondiali del 31 dicembre 2019 che quest’anno il 2020 sarebbe stato uno dei più complessi, difficili e impegnativi che avremmo dovuto vivere? Perché se è vero che ogni anno e ogni periodo della vita di un essere umano porta le sue complessità, le sue difficoltà e le sue sfide, questo 2020 che deve finire, ci ha portato tutto questo in una dose elevata, e lo ha “offerto” a tutti: ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, uomini e donne, bambini, giovani, adulti, anziani, governanti e governanti , credenti o no.
Abbiamo visto innumerevoli considerazioni sfilare davanti ai nostri occhi su ciò che abbiamo dovuto vivere sulla pandemia di covid-19. Pensatori, sociologi, psicologi, economisti, politici, scienziati, medici, gestori del turismo e dei viaggi, giornalisti, leader religiosi e semplici uomini e donne della gente ci hanno interrogato in misura maggiore o minore: cosa significa tutto questo? Quando sarà finita? Il mondo sarà lo stesso di prima? Saremo uguali?
A Cuba viviamo da mesi, giorno dopo giorno, in attesa delle informazioni del Dottor Durán. I nostri volti e i nostri cuori sono stati ridotti o allargati in virtù del numero di contagi e, soprattutto, dei defunti, della loro età, della loro provincia, delle loro complicazioni. Sappiamo che i più dolorosi non possono essere raccolti in una statistica, perché non sono i numeri che muoiono o si ammalano, o sono lasciati con sequele, fisiche o psicologiche. Stiamo parlando di esseri umani, che sono sempre familiari, amici, conoscenti… un sacco di gente. Forse a questo punto dell’anno, la nostra attenzione e la nostra preoccupazione si fermano maggiormente a tante altre cose: che i nostri figli e i nostri giovani non si ammalano a scuola, che i problemi economici del paese non continuano ad aumentare, che possiamo avere il cibo necessario per portarli in tavola e la possibilità di acquistarli con un salario equo, frutto del nostro lavoro; migliorare le possibilità e i modi di comunicare con la famiglia e gli amici che vivono in altri paesi; che tutti i malati abbiano i medicinali necessari e coloro che hanno bisogno di cure o cure, possano accedervi con professionalità e amore; che i cambiamenti monetari e salariali che vengono prevenuti e annunciati non portano più dolore e angoscia per la vita dei nostri popoli; che si accolse con favore un possibile futuro di speranza, sostegno e progresso integrale per la nostra nazione, soprattutto per i giovani e gli anziani; che Cuba è un luogo di comprensione e dialogo sul presente e sul futuro della patria, rispettoso delle diverse visioni, dove essere cubani e amare Cuba prevale sugli approcci diversi inevitabili e persino desiderabili, perché un progetto che riunisce, emoziona e coinvolge più persone è sempre più ricco.
La fine di un anno solare coincide con le celebrazioni natalizie per i cristiani. Al di là della bellezza e della nostalgia che ci annota davanti alla rappresentazione della Nascita o dell’Albero di Natale; la melodia e i testi teneri dei canti; il desiderio di stare in famiglia, di sedersi insieme attorno al tavolo, di aumentare la pace e le benedizioni. I cristiani celebrano un evento centrale della nostra fede: Dio, in Gesù Cristo, è diventato uomo. E questa verità porta una profondità unica e allarga l’orizzonte di ogni esperienza umana. Perché se Dio è diventato uomo, tutto ciò che è umano è stato assunto, amato, unto da Dio. Non c’è realtà umana alla quale Dio sia indifferente. Da questo punto di vista, potremmo quindi cercare di spazzare via parte di ciò che stavamo interrogando all’inizio di queste linee. Dio ha accompagnato il mondo, agli uomini, anche in quest’anno 2020. Se tutto ciò che abbiamo vissuto ci ha aiutato ad essere più consapevoli della nostra fragilità radicale, della nostra interconnessione, del nostro bisogno di comunione, compassione e fraternità. Se per la prima volta da molto tempo, abbiamo avuto un anno in cui la principale preoccupazione del mondo era la vita umana, concreta, degli esseri umani che si ammalarono… e sono morti… e non preoccupatevi solo di noi o dei miei. Se avessimo il tempo di dare valore al silenzio, alla preghiera, alla lettura calma della Bibbia, agli abbracci, ai baci, agli incontri con la famiglia e gli amici. Se siamo in grado di capire che su questa terra saremo solo un breve periodo di tempo e non è lecito per noi perdere tempo o dedicarlo all’antagse o danneggiare il prossimo. Se fossimo in grado di connetterci con la nostra solitudine, il nostro tedio, la nostra noia, e scoprissimo che questi “sintomi” ci hanno rivelato che c’è qualcosa di più grande e più pieno per ciò per cui siamo fatti. In una parola, se siamo più umani, allora siamo in grado di essere più divini, nel modo più straordinario di Dio di manifestarlo: diventare pienamente umani.
Non so come sarà il 2021. Non ho una palla magica o ho le previsioni facili e non credo negli oroscopi o nei tiri di carte. Come Papa Francesco, scommetto di trovare la felicità di una vita piena nell’esperienza della fraternità e dell’amicizia sociale, come porta d’accesso alla gioia di vivere, amare, crescere e trasformare il nostro mondo. Credo in Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che ama profondamente l’uomo, che sulla croce è morto per me e te, che è risorto gloriosamente dalla tomba e vive per sempre, vincitore della morte e del male. So anche che il mondo non è passato di mano e che lo guida, anche con la mia collaborazione e con la vostra, nell’assoluto rispetto della nostra libertà. Quando devo fare considerazioni sul tempo, non mi viene in mente niente di meglio di quello che, parafrasando, disse il grande Agostino d’Ippona: “Non lasciamoci andare al tempo. Il tempo siamo noi. Stiamo meglio noi stessi e il tempo sarà migliore.
Vi auguro un felice 2021, l’anno migliore della vostra vita, quello in cui si sarà una persona migliore, un cristiano migliore, un cubano migliore. L’incontro con Cristo lo rende possibile. Viene a voi nella piccolezza e nella tenerezza di un Bambino, tra le braccia di una Vergine Madre. Saremo disposti ad aprire il suo cuore e a vivere con Lui e come Lui? Ω
Signor Presidente, signor Presidente, signor Presidente in ariels@arqhabana.org
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