La luce della Giovane Pasqua che la pioggia non è uscita

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Pascua joven 2018 en el Santuario Nacional de San Lázaro
Pasqua 2018 presso il Santuario Nazionale di San Lazzaro

Né la pioggia né il vento potevano sovrastimare la luce della Giovane Pasqua che più di duecento giovani hanno vissuto la notte, l’alba e l’alba di questo venerdì e sabato 11 e 12 maggio, nel Santuario Nazionale di San Lázaro nel villaggio di Rincón.

L’incertezza sulla partecipazione e un programma ristrutturato dal maltempo hanno unito, nel momento precedente l’inizio, tutti gli animatori insieme al suo consigliere, p. Jorge Luis Pérez Soto, in una preghiera per questo incontro e per i giovani dell’arcidiocesi.

Monsignor Juan García, rimasto per tutta la mattinata con i giovani, pregandoli, incoraggiandoli e accompagnandoli, ha esortato tutti ad avere fede e fiducia nell’azione dello Spirito Santo.

A poco a poco sono arrivati i giovani, che hanno inondato questo luogo di gioia, così abituati a vedere le lacrime dei pellegrini. Dopo una simile sfida di ingresso continuò l’animazione e la divisione in squadre, non senza prima sboccare le voci in unono annunciando il motto della Pasqua, “Non abbiate paura, in Cristo avete trovato la grazia”.

Un rally molto divertente ha tenuto in movimento i presenti, tra giochi, dinamiche e sfide. Il tempio senza panchine è stato trasformato in questa occasione in uno spazio di incontro e conoscenza. Le interpretazioni dei passaggi biblici, che sono state registrate dai telefoni cellulari e successivamente presentate sullo schermo da un proiettore, hanno preparato gli spiriti per lo speciale momento di riflessione e preghiera che è venuto.

Una riflessione sul messaggio di Papa Francesco per la XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù ha introdotto le dinamiche sulle paure e le incertezze che i giovani cubani sperimentano oggi. Domande e domande su chi sono e vogliono essere sono state presentate loro nell’oscurità che costituiva il tempio completamente spento, bendato e alcune luci indirette. Un campione senza dubbio di come a volte le nostre vite possono sembrare.

Un ultimo invito a trovare la luce li ha fatti scoprire gli occhi e trovare il sacramento esposto all’altare anche con le luci spente e solo con le candele intorno alla scoperta della loro presenza. Le parole che all’epoca conoscevano l’arcivescovo e il consigliere diocesano hanno dato incoraggiamento, dato ragioni di significato e di speranza, hanno offerto un percorso attraverso il quale, secondo le parole dello stesso vescovo “nessuno si è mai perso”.

Un breve momento di riposo e spuntino per prendere forza. E ancora più di duecento anime camminano, quando il sole sembra iniziare a risvegliarsi, verso il falò acceso che brucerà tutte le paure e i dubbi scritti da ciascuno dei presenti su un pezzo di carta durante la notte.

La Santa Messa all’alba ha chiarito i dubbi e riempito molti giovani che hanno vissuto un’esperienza senza pari con gioia. Non è così che racconta Armando, un 17enne che per primo ha partecipato a una giovane Pasqua e confessa: è un’esperienza unica, diversa, sono rimasto molto colpito dalle dinamiche delle paure.

Il tutto, dopo la Messa tornata esausta ma allegra, per molti una giovane Pasqua senza precedenti. Lo ha confessato alla Nuova Parola l’animatrice diocesana della pastorale giovanile dell’Avana, Liz Adela Cruz Bergón, che dopo cinque anni di tifo e a 30 anni lascia il posto ad altri giovani, “è stata la migliore Pasqua che abbia mai vissuto in questi anni… ci sono stati molti desideri da fare, da vivere, da condividere. Di fronte alla domanda su cosa gli restasse da fare, ci disse: “Quando ho iniziato non c’erano squadre vicariali e me ne vado senza che esistessero o lavorassero bene in alcuni casi. dobbiamo fare più progetti di formazione… i giovani hanno bisogno di follow-up, accompagnamento e formazione”.

Da parte sua, Pérez Soto ci ha sottolineato: “delle più grandi conquiste di questa Pasqua”, ha osservato, “è il lavoro della squadra diocesana e il sostegno di tante persone che ci hanno sostenuto”. Alla domanda sulle cose da fare due anni dopo questo servizio per la pastorale giovanile, e l’addio di Liz ha detto: “Ci sono diverse cose da fare, ma abbiamo una buona squadra per pensare a come risolvere tutto ciò che ci manca. Liz ci ha aiutato molto e ha dato parte della sua vita al servizio della pastorale giovanile, ora va per altri interessi personali, ma continuerà a sostenerci, anche se in modo diverso. Soto mira ad animare il lavoro pastorale con i giovani creando nuovi progetti per renderli più moltiplicatori del messaggio di Gesù Cristo e per sperimentare la gioia del Risorto nella prossima Pasqua, questa volta senza paura, perché in Cristo hanno trovato la grazia.

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