Apprezziamo la collaborazione di tutti coloro che rendono possibile questa trasmissione radiofonica, oggi, seconda domenica di Pasqua, 11 aprile, chiamata anche Domenica di Tommaso e Domenica della Divina Misericordia. Cristo è risorto, è veramente risorto! Sentiamo il Vangelo secondo giovanni capitolo 20, versetti da 19 a 31.
(EVANGELIO)
Il primo saluto di Cristo risorto ai suoi apostoli è “Pace a Te”. Ed è quello che ci dice anche: “Pace”. La pace viene dal sapere che Dio ci ama, e se Ci ama, perché la paura e la paura? La pace nasce dal sentire che la missione che Dio mi ha affidato nella famiglia, nella Chiesa, nella società, posso compierla nonostante molte difficoltà perché Dio stesso mi ha dato doni per compiere ciò che è responsabile. E ogni volta che Dio fa un dono lo dà come compito.
La pace è presente in mezzo alla sofferenza, perché prima di soffrire il figlio di Dio è stato inchiodato alla croce e ci indica la via da seguire. La pace viene dal sapere che dopo la sofferenza, il fallimento, la morte, viene la risurrezione. L’ultima parola è vita, Dio l’ha che è eterna, Gesù Cristo l’ha, vincitore del male e della morte, lo Spirito Santo l’ha, capace di farci mangiare in pace, di lavorare in pace, di soffrire in pace, di morire in pace.
La buona notizia della risurrezione ci riempie di pace alla morte di coloro che amiamo.
Papa Francesco ci dice:
“Il Catechismo spiega che i santi ‘contemplano Dio, lodano Lui e continuano a prendersi cura di coloro che sono rimasti sulla terra. (…) La sua intercessione è il suo più alto servizio al piano di Dio. Possiamo e dobbiamo implorarli di intercedere per noi e per il mondo intero. In Cristo c’è una misteriosa solidarietà tra coloro che sono passati all’aldilà e noi pellegrini in questo: i nostri cari defunti continuano a prendersi cura di noi dal Cielo. Pregano per noi e preghiamo per loro, e preghiamo con loro.
“Il primo modo per affrontare un momento di angoscia è chiedere ai fratelli, soprattutto ai santi, di pregare per noi. Il nome che ci hanno dato al Battesimo non è un’etichetta o una decorazione! Di solito è il nome della Madonna, un santo o un santo, che non vogliono altro che «darci una mano nella vita, darci una mano per ottenere da Dio le grazie di cui abbiamo più bisogno. Se nella nostra vita le prove non hanno superato il pieno, se siamo ancora in grado di perseverare, se comunque andiamo avanti con fiducia, forse tutto questo, senza i nostri meriti, lo dobbiamo all’intercessione di tanti santi, uno in Cielo, altri pellegrini come noi sulla terra, che ci hanno protetto e accompagnato perché sappiamo tutti che qui in terra ci sono persone sante , uomini e donne santi che vivono nella santità. Non lo sanno, nemmeno noi lo sappiamo, ma ci sono santi, santi di tutti i giorni, santi nascosti o come mi piace dire: i “santi della porta accanto”, quelli che vivono con noi nella vita, che lavorano con noi e conducono una vita di santità”.
(CANTO)
Se abbiamo la pace, possiamo condividerla ed essere strumenti di pace.
(CANTO)
Oggi possiamo anche chiamare questa domenica, domenica della felicità. Felici quelli che credono senza aver visto. Felice non eri quando la creazione del mondo, ma quando vedi la natura ti rendi conto che è opera del Dio Creatore. E ci siamo uniti a José Martí che ha detto: “Dio non ha bisogno di chi lo difende, è difeso dalla natura”.
Felice voi, che non avete visto il crocifisso con i vostri occhi, e credete in Lui sapendo che è luce per il senso della vostra vita. Felice te, che non hai visto l’amore perché è invisibile agli occhi, ma l’hai sentito e vissuto nel tuo matrimonio, nei tuoi genitori, nonni, amici, vicini. Quell’amore viene dall’immagine di Dio, che è misericordia e amore. Felice te, che quando vedi una donna incinta sai che dentro di lei, anche se non la vedi, c’è un frutto benedetto, il generato, amato dai suoi genitori, amato dai suoi nonni. Felice voi, che non avete visto Cristo, ma lo avete scoperto nei poveri, malati, imprigionati, nei quali vi chiede qualcosa e lo serve. Felice la vostra chiesa che loda Dio, proclama il Vangelo, insegna amore e pratica le quattordici opere di misericordia. Felice la Chiesa che vive così, come ci dice il capitolo 4 versetti da 32 a 35 degli Atti degli Apostoli.
(Vangelo)
(CANTO)
Cristo è risorto, è veramente risorto! Come San Tommaso intendiamo: “Mio Signore e mio Dio”. Mio Signore e mio Dio, mi avete creato a vostra immagine e a vostra volontà. Mio Signore e mio Dio con voi tutto, senza di voi niente. Mio Signore e mio Dio, presenti nei miei dolori e sofferenze. Mio Signore e mio Dio, siete al mio fianco e aiutatemi a formare una bella famiglia, una bella Chiesa, un popolo bellissimo. Mio Signore e mio Dio, presenti nel Tabernacolo dei templi, ai quali posso parlarvi e consolarmi e incoraggiarmi. Vogliamo posizionare sul lato aperto del cuore di Gesù e nelle lacune nelle mani delle persone crocifisse che si preoccupano di noi, ci fanno soffrire e piangere, ci hanno fatto male, perché il sangue di Cristo li guarisca, li guarisca e dia loro una vita nuova. Vogliamo metterci sul lato aperto del cuore di Gesù e nelle cavità delle sue mani, perché la misericordia del Signore perdoni i nostri peccati, ci ripulisca dai nostri peccati e inizi come ogni giorno una nuova vita più piena di fede e più piena di amore. Il mio Signore e il mio Dio.
(CANTO)
Il Signore Gesù Cristo suggerì a Santa Faustina Kowalska la devozione della Corona della Divina Misericordia. Preghiamo una dozzina di quella corona:
VOCE: “Padre eterno, ti offro il corpo, il sangue, l’anima e la divinità del tuo amato Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, come propiziazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero”.
Per la vostra dolorosa passione, abbi pietà di noi e del mondo intero. (RIPETUTO)
Voce: “O Dio eterno, in cui la misericordia è infinita e il tesoro della compassione inesauribile, rivolgiamoci a noi il vostro sguardo gentile e accresciiamo la vostra misericordia in noi affinché nei momenti difficili non dispertiamo o scoraggiamo, ma con grande fiducia ci sottoponiamo alla vostra santa volontà che è l’amore e la misericordia stessi”.
amen.
Alla Madonna, con la preghiera di questo tempo pasquale, le diciamo di portare e proteggere tutte le madri, tutti i loro figli, tutte le famiglie, tutti i malati e lo facciamo pregando:
(CANTO)
Chiniamo il capo per ricevere la benedizione. Alla fine di ogni invocazione preghiamo, Amen.
“Che Dio Onnipotente vi benedica in questa solenne domenica di Pasqua, e che la vostra misericordia vi tenga lontano da ogni peccato”11.
amen.
“E chi li ha redenti con la risurrezione di Gesù Cristo li arricchisce con la ricompensa della vita eterna”.
amen.
“E a voi che celebrate queste domeniche di Pasqua, il Signore vi conceda anche di gioire con la gioia dell’eterna Pasqua”.
amen.
“E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo scende su di voi e rimane per sempre”,
amen.
“Si può andare in pace. Alleluia, alleluia!
(CANTO)
Di seguito offriamo pienamente l’allocuzione dell’Arcivescovo dell’Avana, cardinale Juan de la Caridad García
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