Seconda domenica di Pasqua

Di: padre José Miguel González Martín

Parola di oggi
Parola di oggi

Divina Misericordia

lunedì 11 aprile 2021

Il gruppo di credenti aveva un solo cuore e un’unica anima.

Grazie al Signore perché la sua misericordia è buona, perché la sua misericordia è eterna.

Chi è chi vince il mondo ma chi crede che Gesù sia il Figlio di Dio?

“Perché mi hai visto, mi hai creduto? Beati coloro che credono senza aver visto.

Letture

Prima lettura

Leggere gli Atti degli Apostoli 4, 32-35

Il gruppo di credenti aveva un solo cuore e una sola anima: nessuno chiamava il proprio nulla che aveva, perché possedeva tutto ciò che era in comune.
Gli Apostoli testimoniò con grande coraggio la risurrezione del Signore Gesù.
E li guardò tutti con grande piacere. Tra questi non c’era bisogno, per coloro che possedevano terre o case le vendevano, portavano il denaro da ciò che era venduto e lo mettevano ai piedi degli apostoli; poi è stato distribuito a tutti in base a ciò di cui avevano bisogno.

salmo

Salmo 117, 2-4.16ab-18.22-24

R/. Grazie al Signore perché la sua misericordia è buona, perché la sua misericordia è eterna.

Dite la casa d’Israele: l’eterno è la vostra misericordia.
Di’ alla casa di Aron: eterno è la sua misericordia.
Dite ai fedeli del Signore: l’eterno è la sua misericordia. R/.

“La mano destra del Signore è potente, la mano destra del Signore è esaltata.”
Non devo morire, vivrò per raccontare le gesta del Signore.
Mi punì, il Signore mi punì, ma non mi donò a morte. R/.

La pietra scartata dagli architetti è ora la pietra angolare.
È il Signore che lo ha fatto, è stato un chiaro miracolo.
Questo è il giorno che il Signore ha fatto: sii la nostra gioia e gioia. R/.

Seconda lettura

Lettura della prima lettera 5, 1-6 dell’apostolo Giovanni

Cari fratelli:
Tutti coloro che credono che Gesù sia il Cristo sono nati da Dio; e tutti coloro che amano chi dà l’essere amano anche chi è nato da lui.
In questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: se amiamo Dio e manteniamo i Suoi comandamenti.
Perché questo è l’amore di Dio: che noi manteniamo i suoi comandamenti. E i suoi comandamenti non sono pesanti, perché tutto ciò che nasce da Dio supera il mondo. E ciò che ha ottenuto la vittoria sul mondo è la nostra fede.
Chi è chi vince il mondo ma chi crede che Gesù sia il Figlio di Dio?
Questo è quello che è venuto dall’acqua e dal sangue: Gesù Cristo. Non solo nell’acqua, ma nell’acqua e nel sangue; ed è lo Spirito che testimonia, perché lo Spirito è la verità.

vangelo

Leggere il Santo Vangelo secondo San Giovanni 20, 19-31

Al crepuscolo di quel giorno, il primo della settimana, i discepoli erano in una casa, con le porte chiuse per paura degli ebrei. E questo è ciò in cui Gesù è entrato, si è fermato in mezzo e ha detto: “Pace a te”.
E, dicendo questo, mostrò loro le mani e il lato. E i discepoli erano pieni di gioia nel vedere il Signore. Gesù ripeté:
“Pace a te. Come il Padre mi ha mandato, anch’io.
E, detto questo, soffiò su di loro e disse:
“Ricevi lo Spirito Santo; Coloro che perdonano i loro peccati sono perdonati; coloro che sono trattenuti sono trattenuti.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato il Gemello, non era con loro quando Gesù venne. E gli altri discepoli gli dissero: “Abbiamo visto il Signore”.
Ma lui disse:
“Se non vedo nelle sue mani il segno delle unghie, se non infilare il dito nel buco delle unghie e non mettere la mano dalla sua parte, non credo.”
A otto giorni, i discepoli e Tommaso tornavano dentro con loro. Gesù venne, quando le porte furono chiuse, si fermò nel mezzo e disse: “Pace a te”.
Poi disse a Tommaso:
“Porta il dito, ecco le mie mani; portare la mano e metterlo dalla mia parte; e non essere incredulo, ma un credente.
Tommaso rispose: “Mio Signore e mio Dio!”
Gesù gli disse:
“Perché mi hai visto, mi hai creduto? Beati coloro che credono senza aver visto.
Molti altri segni, che non sono scritti in questo libro, Gesù fece agli occhi dei discepoli. Questi sono stati scritti per credere che Gesù sia il Messia, il Figlio di Dio, e che, credendo, possano avere la vita nel suo nome.

Commento

Hallelujah Il Signore è risorto!

La Chiesa continua a celebrare con gioia la risurrezione del Signore, il suo trionfo sul peccato e sulla morte, per tutto il tempo liturgico della Pasqua. Anche noi, in un solo cuore e con lo stesso spirito, come i primi cristiani della comunità di Gerusalemme, restiamo uniti a tutta la Chiesa diffusa in tutto il mondo, inondata di gioia pasquale.

San Giovanni Paolo II istituì, in questa seconda domenica di Pasqua, la Domenica della Divina Misericordia. La misericordia e il perdono di Dio per tutta l’umanità provengono dal lato aperto di Gesù e dalle sue ferite. Papa Francesco ci ricorda che la Misericordia è il nome di Dio, cioè la sua essenza; perché Dio è l’infinita misericordia che ci si è manifestata in Gesù Cristo, amore divino e misericordioso, incarnato, morto e risorto per la nostra salvezza. La sua misericordia è eterna, trascende il tempo e lo spazio, si estende dal presente al passato e al futuro dell’umanità, ovunque nell’universo. In Cristo, Dio Padre ha avuto misericordia di tutta l’umanità e di ogni essere umano in particolare. Egli è diventato un cuore povero – la misericordia – per mettersi a disposizione di tutti e perché tutti noi lo sentiamo vicino, vedendo in Lui le nostre ferite e ricevendo da Lui la forza di cui abbiamo bisogno per vincere il male e il peccato.

Siamo quindi invitati ad aprirci alla divina Misericordia offertaci nella Chiesa, il Corpo mistico di Cristo, attraverso i sacramenti, segni visibili della grazia e della vita di Dio. Senza dimenticare che, dopo aver sperimentato la sua misericordia, siamo chiamati ad essere sempre misericordiosi, ad avere un cuore umile, a metterci al livello dei più poveri e miserabili, condividendo con loro le loro sofferenze, perdonando le loro offese, facendo con loro ciò che Dio stesso ha fatto con noi. Non dimentichiamo mai questo invito profondo e di vasta portata, che Yahweh fa al suo popolo attraverso il profeta Osseas, e che ci rende tutti cristiani attraverso Gesù Cristo: “Misericordia voglio e non sacrifici, conoscenza di Dio senza offerte bruciate” (Os 6,6).

L’odierna Parola di Dio continua a insegnarci e a mostrare Gesù, vivo e risorto, in mezzo a noi. Egli è il centro della nostra fede e della nostra vita, nella quale troviamo vera pace e gioia. Egli è la Parola del Padre, che diventa presente ogni volta che due o più di noi si riuniscono nel suo nome. Egli è la Luce nelle tenebre, l’Acqua che lenisce la nostra sete più profonda, il pane vivo abbassato dal cielo per la nostra salvezza. Gesù Cristo è la pietra scartata dagli architetti, dai saggi e dai capi, che, uccidendolo, intendevano cacciarlo dalla creazione, senza rendendosi conto che tutto è stato creato in Lui, da Lui e per Lui; Egli è la pietra angolare su cui poggia l’edificio di tutta la Chiesa, di cui facciamo parte del battesimo, come pietre vive, chiamati ad avere e comunicare la stessa nuova vita che riceviamo da Cristo con la fede in Lui.

San Giovanni, il discepolo che fin da giovanissimo conosceva e seguiva Gesù, dalla maturità della sua vita e della sua fede, scrive ai primi cristiani con profondità e determinazione. Ci dice anche: “Chi è quello che vince il mondo, ma chi crede che Gesù sia il Figlio di Dio?” Rafforzare la nostra fede in Cristo Gesù, maturare nel nostro rapporto personale con Lui all’interno della Chiesa è compito di questo tempo pasquale; è qualcosa di fondamentale perché in esso vivremo, il significato profondo di ciò che siamo e facciamo, il nostro futuro e quello della nostra società.

Gesù Cristo, durante la sua vita terrenota, aveva formato un gruppo di discepoli nello stile dei rabbini del suo tempo, e aveva gradualmente mostrato loro chi Era e quale fosse la Sua missione nel mondo. Attraverso i loro insegnamenti e miracoli mostrò loro la via della salvezza, trasformò la loro vita e li chiamò a un seguito che li ha coinvolti nella missione del Maestro. Tuttavia, la sua passione e la sua morte, intesa come il totale fallimento della sua missione, seminarono smarrimento nei suoi seguaci e si verrò uno sciolto, anche per paura di subire la stessa persecuzione e morte di Gesù.

Con la risurrezione di Cristo inizia una nuova tappa nel cammino del discepolato, in cui, attraverso le sue apparizioni, Gesù ricostruirà la prima comunità, manifestando loro la sua nuova condizione, confermandoli nella fede e inviandoli ad essere testimoni, esorsi e promotori della loro missione salvifica nel mondo. La nuova vita che Cristo ha conquistato per tutta l’umanità con la sua vittoria sulla morte non poteva essere estinta. Per la potenza dello Spirito Santo, gli Apostoli sono costituiti nei loro ministri, cioè servitori e comunicatori della misericordia e del perdono di Dio.

Così lo vediamo nel prezioso Vangelo di oggi. Cristo è risorto in una casa a porte chiuse, probabilmente il Cenacolo, per liberare i suoi discepoli dalla paura e dalla vergogna; paura che gli Ebrei li avrebbero giustiziati come Gesù; vergogna di aver lasciato il Maestro solo nella sua passione e morte. A tal fine Gesù li saluta, senza rivendicare nulla da loro, dando loro pace e rendendoli parte integrante del proprio Spirito Santo, per il quale sono inviati a perdonare i peccati del mondo, cioè ad essere testimoni e ministri della misericordia del Padre che essi stessi avevano sperimentato, servitori ed estensori della missione di Cristo nel mondo.

È bella e divertente la figura di Tommaso, e allo stesso tempo tenera e profonda, non accettando la testimonianza dei suoi compagni e dovendo affrontare il proprio desiderio, razionale e testardo, di mettere le mani sulle ferite di Gesù. Fu invaso da un mare di dubbi dal quale Cristo stesso lo salva, con pazienza e delicatezza. E da un tale incontro ci è rimasta per sempre la semplice preghiera che i credenti in Gesù Cristo ripetono tante volte: “Mio Signore e mio Dio”.

Gesù coglie l’occasione per pronunciare una nuova beatitudine: “Beati coloro che credono senza avermi visto”. È la beatitudine in cui siamo inclusi tutti coloro che hanno rimetteto per sempre la nostra fede in Cristo e, anche senza vederlo corporeo, anche coinvolto in dubbi e difficoltà, seguiamo le sue orme perché abbiamo capito che solo in Lui è vera e autentica vita.

Quando ci viene chiesto o chiesto a cosa serve la fede cristiana, quali problemi risolve, dobbiamo comprendere e rispondere che la fede in Cristo vivo e risorto “serve” a questo; non allontanarsi dal mondo e dalla realtà, per non entrare in una bolla solitaria, alienante ed egoista, avere la vita nel suo nome, vivere nella verità e nell’autentica libertà, aprire gli occhi al mondo che ci circonda contemplando le meraviglie di Dio e anche le sue miserie, essere solidali con il dolore dei fratelli con cui condividiamo la vita , al quale Cristo ci manda ad essere testimoni e servitori del suo amore eterno e misericordioso per ciascuno di essi.

Preghiera

Perché ora è buio,
perché è tardi, mio Dio,
perché temo che perderò
i binari della strada,
non lasciarmi in pace
E resta con me.

Perché sono stato ribelle
e ho cercato il pericolo
e ho esaminato curiosamente
le cime e l’abisso,
perdonami, Signore,
E resta con me.

Perché brucio nella tua sete
e affamato del tuo grano,
vieni, siediti al mio tavolo,
benedici pane e vino.
Quanto velocemente cade il pomeriggio!
Resta con me alla fine!

Amen.

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