“Una parola che scaturisce dal cuore pastorale”

Holguin, 21 agosto 2018

Cari sacerdoti, diaconos, religiosi e membri delle comunità della diocesi:

Vi trasmetto il mio saluto con le stesse parole con cui l’Apostolo lo ha fatto all’inizio della sua Lettera agli Efesini: “A voi, grazia e pace da parte di Dio nostro Padre e di Gesù Cristo, Signore” (Ef 1,2).
Questo saluto comprende un desiderio di grazia e di pace, ma non di pace che è definita come “assenza di guerra”, ma pace interiore (quella vissuta nel profondo del cuore), che è offerta solo da Gesù Cristo. Ricordiamoci che Egli disse: “La mia pace ti lascio, la mia pace ti do. Una pace che il mondo non può dare loro. Non fate attenzione o abbiate paura” (14,27 27).
Il motivo che motiva queste linee è offrirvi una parola che scaturisce dal cuore pastorale e che, credo, devo esprimerla con semplicità e serenità di spirito, specialmente per illuminare – dal Vangelo e dal Magistero della Chiesa – questo momento in cui, come cittadini cubani, siamo consultati in relazione al testo del Progetto di Costituzione della nostra patria. Nei giorni successivi, non vedo l’ora di riscrivervi per discutere altri argomenti che devono essere pensati e pregati dall’etica cristiana e dagli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa.
In questa occasione, condivido alcuni criteri che possono sostenere una partecipazione serena, libera e volontaria, che ci toltano ogni atteggiamento di paura, apatia o indifferenza per dare, in questo modo, il nostro sincero contributo con la volontà di andare avanti nella costruzione di una patria che, ripetendo quanto espresso da José Martí, è “con tutti, e per il bene di tutti”.
Mi limito a fare due riferimenti: uno per ricordare un principio fondamentale della natura della Chiesa e un altro relativo alla nostra partecipazione al processo di studio, scambio e parere sul progetto di Costituzione della Repubblica di Cuba.

1. Natura e missione della Chiesa
I Vescovi cubani, l’8 settembre 2003, abbiamo diretto loro un’Istruzione Teologico-Pastorale dal titolo “La presenza sociale della Chiesa”. Al paragrafo 23 si legge: “Gesù affidò alla Chiesa la missione di annunciare il Vangelo. Deve predicare nel tempo e nel tempo a Gesù Cristo, permettendo a tutti gli uomini di incontrarlo per partecipare alla loro vita divina e venire alla salvezza. Questa vita nasce dall’Amore di Dio che Cristo pone nel cuore dei cristiani, che possono così impegnare la via alla venuta del Regno di Dio: Regno di verità e di vita, santità, grazia, giustizia, amore e pace”.
In questa citazione sintetizza la verità della natura e della missione della Chiesa cattolica e di ognuno di noi, secondo la propria vocazione, consapevole che tutto ciò che facciamo come figli di questa Chiesa, non può perdere di vista la sua essenza che nasce dal Mistero dell’Amore di un Dio che ha dato a suo Figlio , “diventare obbedienti alla morte e alla morte sulla croce” (Fil 2,8).
La morte e la risurrezione di Cristo sono frutti di fedeltà a ciò che Egli ha annunciato e vissuto, e devono essere l’ispirazione per la vita della Chiesa come popolo santo di Dio, chiamato ad assumere le realtà che spetta a Lui cambiare dalle sue strutture e radici. Tutto deve essere trasformato dalla grazia di Cristo e, come frutto della propria vocazione, ogni laico è chiamato ad essere, davanti al mondo, testimone della risurrezione e della vita del Signore Gesù e segno del Dio vivente: “Ciò che l’anima è nel corpo, che deve essere cristiano nel mondo”1

2. La futura Costituzione è chiamata a far parte del “bene comune” del nostro popolo
Cari fratelli, ho spesso avuto l’esperienza che, poiché viviamo in un ambiente così ideologico, abbiamo difficoltà a scambiare su questioni politiche. Trasciniamo pregiudizi, predisposizioni ed esperienze anche dolorose che hanno segnato e influenzato molti di noi e, in alcuni, generano e giustificano una postura di ritiro in attesa che qualcun altro dica o faccia. A ciò va aggiunto che, non sempre, le persone hanno la preparazione necessaria per comprendere i testi legislativi e analizzare le opinioni necessarie in questo caso.
Cito Papa Benedetto XVI nell’omelia di Aparecida del 13 maggio 2007: “L’evangelizzazione è sempre stata legata alla promozione umana e all’autentica liberazione cristiana […] per questo saranno necessarie anche catechesi sociale e un’adeguata formazione nella Dottrina Sociale della Chiesa. […] La vita cristiana si esprime non solo nelle virtù personali, ma anche nelle virtù sociali e politiche”.

Pertanto, comprendiamo bene quali sono le virtù sociali e politiche quando ci chiediamo cosa ci riguarda e cerchiamo di cercare soluzioni comuni, anche quando discerniamo dalla nostra esperienza di fede come reagire e agire, entriamo in politica, poiché la “polis” (città) è la sfera pubblica in cui gli interessi di tutti i cittadini sono articolati come un insieme sociale , lo spazio per lo sviluppo della libertà tra gli esseri umani al fine di raggiungere il bene comune. Per approfondire questo insegnamento, vi invito a leggere e scambiare il Capitolo IV della Costituzione Gozo y Esperanza (Gaudium et Spes) del Concilio Vaticano II.
Intesa in questo modo, la Chiesa gioca dalla sua natura e dalla sua missione, un ruolo ineludibile con la sua presenza pubblica, perché con l'”incarnazione del Figlio di Dio è stato in qualche modo unito a tutto l’uomo” (GS 22). Il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa illuminano l'”alta politica” e l’esercizio del potere politico, rispettando la giusto autonomia di quell’area.
Infine, vi incoraggio, giovedì prossimo 30, ad iniziare la nona preparazione alla festa della Vergine della Carità del Rame, come Madre dei Cubani. Quanto sarebbe bello se, in tutte le comunità e le case in cui si riuniscono per condividere la preghiera, leggendo la Parola di Dio e gli insegnamenti di Papa Francesco, non dimentichiamo di chiedere alla Madonna di aiutarci a vivere della nostra identità ecclesiale, la responsabilità di contribuire al bene comune del nostro popolo, come cittadini e come membri del popolo credente , preoccupato per il futuro di Cuba.
Augurando loro una buona settimana, vi benedico con tutto il cuore, Ω

+ Emilio Aranguren Echeverría
Diocesi di Holguin
Presidente della Conferenza
Vescovi cattolici di Cuba (COCC)
Holguin, 21 agosto 2018

Cari sacerdoti, diaconos, religiosi
membri delle comunità della diocesi:

Vi trasmetto il mio saluto con le stesse parole con cui l’Apostolo lo ha fatto all’inizio della sua Lettera agli Efesini: “A voi, grazia e pace da parte di Dio nostro Padre e di Gesù Cristo, Signore” (Ef 1,2).
Questo saluto comprende un desiderio di grazia e di pace, ma non di pace che è definita come “assenza di guerra”, ma pace interiore (quella vissuta nel profondo del cuore), che è offerta solo da Gesù Cristo. Ricordiamoci che Egli disse: “La mia pace ti lascio, la mia pace ti do. Una pace che il mondo non può dare loro. Non fate attenzione o abbiate paura” (14,27 27).
Il motivo che motiva queste linee è offrirvi una parola che scaturisce dal cuore pastorale e che, credo, devo esprimerla con semplicità e serenità di spirito, specialmente per illuminare – dal Vangelo e dal Magistero della Chiesa – questo momento in cui, come cittadini cubani, siamo consultati in relazione al testo del Progetto di Costituzione della nostra patria. Nei giorni successivi, non vedo l’ora di riscrivervi per discutere altri argomenti che devono essere pensati e pregati dall’etica cristiana e dagli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa.
In questa occasione, condivido alcuni criteri che possono sostenere una partecipazione serena, libera e volontaria, che ci toltano ogni atteggiamento di paura, apatia o indifferenza per dare, in questo modo, il nostro sincero contributo con la volontà di andare avanti nella costruzione di una patria che, ripetendo quanto espresso da José Martí, è “con tutti, e per il bene di tutti”.
Mi limito a fare due riferimenti: uno per ricordare un principio fondamentale della natura della Chiesa e un altro relativo alla nostra partecipazione al processo di studio, scambio e parere sul progetto di Costituzione della Repubblica di Cuba.

1. Natura e missione della Chiesa
I Vescovi cubani, l’8 settembre 2003, abbiamo diretto loro un’Istruzione Teologico-Pastorale dal titolo “La presenza sociale della Chiesa”. Al paragrafo 23 si legge: “Gesù affidò alla Chiesa la missione di annunciare il Vangelo. Deve predicare nel tempo e nel tempo a Gesù Cristo, permettendo a tutti gli uomini di incontrarlo per partecipare alla loro vita divina e venire alla salvezza. Questa vita nasce dall’Amore di Dio che Cristo pone nel cuore dei cristiani, che possono così impegnare la via alla venuta del Regno di Dio: Regno di verità e di vita, santità, grazia, giustizia, amore e pace”.
In questa citazione sintetizza la verità della natura e della missione della Chiesa cattolica e di ognuno di noi, secondo la propria vocazione, consapevole che tutto ciò che facciamo come figli di questa Chiesa, non può perdere di vista la sua essenza che nasce dal Mistero dell’Amore di un Dio che ha dato a suo Figlio , “diventare obbedienti alla morte e alla morte sulla croce” (Fil 2,8).
La morte e la risurrezione di Cristo sono frutti di fedeltà a ciò che Egli ha annunciato e vissuto, e devono essere l’ispirazione per la vita della Chiesa come popolo santo di Dio, chiamato ad assumere le realtà che spetta a Lui cambiare dalle sue strutture e radici. Tutto deve essere trasformato dalla grazia di Cristo e, come frutto della propria vocazione, ogni laico è chiamato ad essere, davanti al mondo, testimone della risurrezione e della vita del Signore Gesù e segno del Dio vivente: “Ciò che l’anima è nel corpo, che deve essere cristiano nel mondo”1

2. La futura Costituzione è chiamata a far parte del “bene comune” del nostro popolo
Cari fratelli, ho spesso avuto l’esperienza che, poiché viviamo in un ambiente così ideologico, abbiamo difficoltà a scambiare su questioni politiche. Trasciniamo pregiudizi, predisposizioni ed esperienze anche dolorose che hanno segnato e influenzato molti di noi e, in alcuni, generano e giustificano una postura di ritiro in attesa che qualcun altro dica o faccia. A ciò va aggiunto che, non sempre, le persone hanno la preparazione necessaria per comprendere i testi legislativi e analizzare le opinioni necessarie in questo caso.
Cito Papa Benedetto XVI nell’omelia di Aparecida del 13 maggio 2007: “L’evangelizzazione è sempre stata legata alla promozione umana e all’autentica liberazione cristiana […] per questo saranno necessarie anche catechesi sociale e un’adeguata formazione nella Dottrina Sociale della Chiesa. […] La vita cristiana si esprime non solo nelle virtù personali, ma anche nelle virtù sociali e politiche”.
Pertanto, comprendiamo bene quali sono le virtù sociali e politiche quando ci chiediamo cosa ci riguarda e cerchiamo di cercare soluzioni comuni, anche quando discerniamo dalla nostra esperienza di fede come reagire e agire, entriamo in politica, poiché la “polis” (città) è la sfera pubblica in cui gli interessi di tutti i cittadini sono articolati come un insieme sociale , lo spazio per lo sviluppo della libertà tra gli esseri umani al fine di raggiungere il bene comune. Per approfondire questo insegnamento, vi invito a leggere e scambiare il Capitolo IV della Costituzione Gozo y Esperanza (Gaudium et Spes) del Concilio Vaticano II.
Intesa in questo modo, la Chiesa gioca dalla sua natura e dalla sua missione, un ruolo ineludibile con la sua presenza pubblica, perché con l'”incarnazione del Figlio di Dio è stato in qualche modo unito a tutto l’uomo” (GS 22). Il Vangelo e la Dottrina Sociale della Chiesa illuminano l'”alta politica” e l’esercizio del potere politico, rispettando la giusto autonomia di quell’area.
Infine, vi incoraggio, giovedì prossimo 30, ad iniziare la nona preparazione alla festa della Vergine della Carità del Rame, come Madre dei Cubani. Quanto sarebbe bello se, in tutte le comunità e le case in cui si riuniscono per condividere la preghiera, leggendo la Parola di Dio e gli insegnamenti di Papa Francesco, non dimentichiamo di chiedere alla Madonna di aiutarci a vivere della nostra identità ecclesiale, la responsabilità di contribuire al bene comune del nostro popolo, come cittadini e come membri del popolo credente , preoccupato per il futuro di Cuba.
Augurando loro una buona settimana, vi benedico con tutto il cuore, Ω

+ Emilio Aranguren Echeverría
Diocesi di Holguin
Presidente della Conferenza
Vescovi cattolici di Cuba (COCC)

Nota
1 Lettera a Diogneto, 6.

Nota
1 Lettera a Diogneto, 6.

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